mercoledì 6 novembre 2024

Voghera, l’ex assessore leghista Adriatici sparò per uccidere un senzatetto. La giudice: “Va processato per omicidio volontario”

 


Il frame che mostra l'assessore di Voghera Massimo Adriatici mentre spara

VOGHERA ( Pavia )- Sarà processato per omicidio volontario l’ex assessore leghista alla Sicurezza Adriano Adriatici che la sera del 20 luglio 2021 sparò e uccise Youns El Boussetaoui, il senzatetto marocchino morto poi in piazza Meardi a Voghera, la sera stessa.

La giudice di Pavia Valentina Nevoso ha trasferito gli atti del processo all'ex assessore alla Procura ritenendo che debba essere giudicato per omicidio volontario. 

Per la giudice, infatti, sbagliata l'imputazione di “eccesso colposo di legittima difesa”, formulata dalla Procura. Ci sono «gravi, precisi e concordanti indizi di omicidio a carico di Adriatici quantomeno col dolo eventuale», ha detto la giudice leggendo una lunga ordinanza.

Sulla vicenda prese posizione anche il vicepremier leghista Matteo Salvini che disse: «Aspettiamo a condannare. La difesa, se così fosse, è sempre legittima».

Nel leggere l'ordinanza, la giudice ha più volte sottolineato che l'ex assessore leghista «ha accettato l'evento nefasto», cioè che El Boussetaoui potesse morire. «Non si può parlare di legittima difesa perché fu lui a creare ed accettare una situazione di pericolo», è la tesi della giudice che ha evidenziato anche come quella sera Adriatici agì da «privato cittadino» anche se, data la sua lunga esperienza di poliziotto, avrebbe dovuto immaginare che si sarebbe messo in una condizione di pericolo. 

Sempre la giudice: «Da ex poliziotto aveva tutti gli strumenti per valutare la situazione. Il dolo del reato è confermato anche dalla zona in cui il proiettile ha attinto la vittima: poteva sparare altrove, alle gambe».

E ancora, sempre nel leggere l’ordinanza la giudice Nevoso ha sottolineato che «L’aggressione non fu a sorpresa. La reazione di Younes era prevedibile. Adriatici ha mostrato un’arma carica e senza sicura, non è credibile un automatismo del dito sul grilletto». La tesi del Tribunale, nello spiegare i motivi che l’ha spinto a rinviare tutti gli atti in procura, è chiara: l’imputato ha «avuto un atteggiamento freddo verso la vittima, dopo aver esploso il colpo.

Parlava al cellulare, andava avanti e indietro sulla scena del crimine mentre la vittima si lamentava». Younes era a terra, ferito dalla pallottola. Insomma, per la giudice l’intenzione di voler uccidere è palese. Da qui la richiesta di riformulare l’accusa in «omicidio volontario».( da La Stampa )-



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