LONTA ( Firenze )-È entrato in banca come un normale cliente, quindi alle 12.30 si è barricato all’interno della filiale per protestare contro la chiusura, dopo averlo annunciato al personale.
Protagonista il sindaco di Londa, Tommaso Cuoretti. Ieri infatti era l’ultimo giorno di apertura dello sportello di Intesa San Paolo a Londa, il solo rimasto in paese.
Alle 16.15, dopo oltre quattro ore, Cuoretti è ancora dentro e non ha intenzione di mollare: “È venuto il maresciallo dei carabinieri, ha parlato con la referente di zona della banca a cui ha confermato che non possono fare niente se loro non denunciano.
E così sono ancora qui. È una situazione paradossale”.
“La goccia che ha fatto traboccare il vaso - spiega - è il fatto che non ci lasciano nemmeno il bancomat. Siamo un paese dimenticato dal mondo.
Magari con questa protesta non otterrò niente, ma è necessario dare un segnale e chiedere attenzione alla politica. I servizi essenziali vanno garantiti a tutti, anche a noi che, di fatto, veniamo considerati cittadini di serie B. Le tasse le paghiamo come gli altri. È inutile poi parlare di aree interne, di contrastare lo spopolamento”.
La comunicazione della chiusura è arrivata al Comune un paio di mesi fa e non c’è stato modo di fargli cambiare idea: “Ci hanno risposto che non ci sono i numeri. Ma i numeri, come li chiamano loro, sono persone. Poi hanno detto che i servizi restano garantiti perché c’è l’home banking. Certo, lo spieghino loro a persone di 80 anni, rimaste sole perché i figli sono andati a lavorare in città, come si fa l’home banking”.
In mattinata, prima della protesta del sindaco, c’era stato un presidio davanti alla filiale con sindaci del territorio e cittadini, a cui si sono aggiunti i consiglieri regionali del Partito democratico Fiammetta Capirossi e Cristiano Benucci ed Elisa Tozzi di Fratelli d’Italia. “I sindaci della zona sono accorsi in massa e c’è stata una solidarietà trasversale. Anche perché per esempio Dicomano si trova in una situazione simile alla nostra”, aggiunge Cuoretti.
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