MILANO - Come ogni anno centinaia di persone alle 9,30 del mattino si sono trovate in quell'angolo di piazzale Loreto dove 80 anni fa i fascisti fucilarono 15 partigiani.
Ci sono stati applausi e contestazioni alla tradizionale cerimonia nell'anniversario dell'eccidio dei 15 martiri di piazzale Loreto, ai quali è stato intitolato lo slargo della piazza, come da tanti anni chiedevano le associazioni della Resistenza.
Applausi ci sono stati per la vicesindaca Anna Scavuzzo, per i familiari dei martiri prelevati in carcere e trucidati il 10 agosto del 1944, mentre i fischi sono arrivati per il rappresentante della Regione Massimo Sertori, assessore agli Enti locali , che non chiama "fascisti" ma "Forze di occupazione straniera" gli autori della strage avvenuta per rappresaglia dopo l'attentato dell'8 agosto in viale Abruzzi e per cercare di intimorire gli operai di Sesto San Giovanni che da mesi bloccavano le fabbriche con gli scioperi.
"Quella strage per la prima volta svelava il suo volto violento al servizio dei nazisti. I veri patrioti partigiani venivano fucilati da italiani delle bande fasciste - ha detto Primo Minelli, presidente di Anpi provinciale di Milano -.
E colpisce che ancora oggi gli eredi di queste tragedie non abbiano Il coraggio e la volontà politica di rinnegare quel passato, spegnendo quella fiamma che arde sulla tomba di Benito Mussolini, che è stato un dittatore e che non fu uno statista, ma un capobanda. Un passato che non vuole passare".
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