Dall'aprile 2018 è in vigore in Inghilterra la cosiddetta Sugar Tax una tassa che penalizza l’utilizzo di zucchero nelle bevande gassate analcoliche, spesso destinate a un pubblico di consumatori giovanissimi.
L’obiettivo di questa tassa è, ovviamente, tutelare la salute dei consumatori: ricordiamo che un consumo di zuccheri eccessivo e costante nel tempo può portare a una vera e propria dipendenza , e favorire l’insorgenza di malattie croniche quali diabete ed obesità .
Da una parte, quindi, si disincentiva l’acquisto di bevande zuccherate attraverso un prezzo maggiorato per il consumatore.
Dall’altra, si spingono i produttori limitare fortemente l’uso di zuccheri e dolcificanti, in modo da non dover pagare di più per realizzare le proprie bibite.
Nel giro di pochissimi anni dalla sua introduzione, la sugar tax ha avuto un impatto molto positivo sulla dieta dei britannici, in particolare sui bambini, riducendo il consumo di zucchero attraverso le bevande analcoliche.
Lo conferma uno studio appena pubblicato, che ha esaminato i dati di acquisto raccolti tra il 2008 e il 2019 da un campione nazionale rappresentativo composto da 7.999 adulti e 7.656 bambini.
I risultati mostrano una riduzione media giornaliera del consumo di zucchero di circa 4,8 grammi per i bambini e di 10,9 grammi per gli adulti, rispetto ai livelli precedenti all’introduzione della tassa.
Prima dell’introduzione della tassa, i bambini consumavano mediamente circa 70 grammi di zucchero libero al giorno attraverso cibi e bevande ricchi di dolcificanti: un anno dopo, questo valore è sceso a circa 45 grammi al giorno.
Anche per quanto riguarda gli adulti si è assistita una sensibile diminuzione dell’assunzione di zuccheri, passata da circa 60 grammi a 45 grammi al giorno nel giro di un anno.
Il successo della tassa si riflette in una riduzione significativa del consumo di zucchero nelle bevande analcoliche, che è sceso di circa il 50% per i bambini e di circa un terzo per gli adulti.
Tuttavia, nonostante questi risultati positivi, il consumo di zucchero rimane ancora al di sopra delle raccomandazioni delle linee guida nutrizionali.
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