martedì 18 giugno 2024

MIGRANTI : STRAGE DI BAMBINI NELL'INDIFFERENZA GENERALE !

 



REGGIOM CALABRIA -“Quella barca era piena di famiglie in fuga dall’Afghanistan, donne, bambini. I superstiti li cercano disperati, ne mancano all’appello 26, alcuni di pochi mesi. Dicono che molte barche sono passate senza aiutarli».

 Inghiottiti dal Mediterraneo nella notte tra domenica e lunedì, quando a bordo della barca a vela con cui erano partiti otto giorni prima dalla Turchia il motore ha preso fuoco e lo scafo ha cominciato ad affondare. Sessantacinque dispersi, la strage più grave dopo Cutro, sulla stessa rotta, la strage dei bambini.

La testimonianza della mediatrice di Msf

Shakilla Mohammadi, mediatrice culturale di Medici senza frontiere, è al porto di Roccella Ionica. Raccoglie le poche parole sussurrate tra le lacrime dai soli undici superstiti del naufragio avvenuto a poco più di cento miglia dalle coste calabresi, zona Sar italiana al confine con quella greca. Questa volta i soccorsi, dopo il mayday partito nella notte da una barca di diportisti francesi, la prima a soccorrere chi ha potuto nella notte, sono arrivati, ma c’è stato poco da fare: prima due mercantili di passaggio, un aereo a sorvolare la zona, mentre due motovedette della Guardia costiera arrivavano a trasbordare i pochi sopravvissuti, dodici. E tra loro una donna poi morta appena arrivata a terra.

 Il suo bambino, sembra, è uno dei ventisei che non sono più riemersi dalla pancia dello scafo che l’aereo della Guardia costiera è riuscito a fotografare ormai semiaffondato.

Poche ore dopo, alcune centinaia di miglia più in giù, a sud di Lampedusa, nella stiva di una barca di legno, altri dieci migranti soffocano tra i fumi del motore dell’imbarcazione soccorsa dalla Nadir della ong Resqpeople che salva 54 persone. Per portare alla luce i corpi ammonticchiati i volontari sono costretti a spaccare le assi di legno del barcone con un’accetta.

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