“Non era bella Parigi? Ma Berlino dovrà essere molto più bella. Quando avremo finito con Berlino, Parigi sarà solo un'ombra”. Era l'alba del 23 giugno 1940 – qualcuno sostiene invece il 28 – quando un areo tedesco atterrò all'aeroporto di Le Bourget. Un sinistro personaggio, in incognito, accompagnato da un gruppo di dignitari, si lanciò in una visita lampo – “Blitz Besuch” – della Ville Lumière, immersa in un clima spettrale. Quasi nessuno lo riconobbe: solo ai mercati generali, pare, una pescivendola lo vide e iniziò a gridare “è lui, è lui!”. Hitler si recò all'Opera, all'Arco di Trionfo, al Sacro Cuore (“un orrore”) e alla Tour Eiffel. Ma la tappa regina del suo primo e unico tour nella città appena conquistata fu la tomba di Napoleone: “Il momento più bello e più grande della mia vita”, sentenziò il Führer, che per Bonaparte nutriva grande ammirazione. Dopo neanche tre ore il dittatore ripartì in aereo e non tornò mai più. Allora non sapeva che sarebbe caduto per lo stesso errore fatale di Napoleone: l'invasione della Russia. Quando l'imperatore era morto a Sant'Elena, le sue ultime parole – oltre che per la Francia e per l'esercito – erano state per il suo grande amore, la sua prima moglie, dalla quale aveva dovuto divorziare per ragioni politiche e dinastiche. Joséphine Tascher de La Pagerie, poi coniugata Beauharnais, era nata il 23 giugno 1763. (di Luigi Gaetani)
Nel film " Parigi brucia ? " si racconta che nell'imminenza dell'arrivo degli alleati Hitler avesse dato l'ordine di radere al suolo Parigi , ma che l'ordine non fu mai eseguito .
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