Oggi si celebra la Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile, un’occasione fondamentale per riflettere e agire contro uno dei fenomeni più drammatici e pervasivi della nostra epoca.
Lo sfruttamento del lavoro minorile colpisce milioni di bambini e adolescenti in tutto il mondo, privandoli dei loro diritti fondamentali e di un futuro dignitoso.
Se pensate che questo fenomeno non riguardi anche l’Italia vi sbagliate di grosso: secondo l’Unicef sono 78.530 i minorenni tra i 15 e i 17 anni coinvolti nel lavoro minorile, una cifra in preoccupante aumento rispetto ai 69.601 del 2022 e ai 51.845 del 2021.
Questo dato rappresenta il 4,5% della popolazione totale dei minorenni di quella fascia d’età. Anche il numero complessivo dei lavoratori entro i 19 anni è cresciuto, raggiungendo i 376.814 nel 2022, rispetto ai 310.400 del 2021 .
I dati raccolti dall’Unicef evidenziano un quadro allarmante in termini di rischi e infortuni. Tra il 2018 e il 2022, le denunce di infortunio per i lavoratori minorenni sono state 338.323, con 83 denunce di infortuni mortali. Di queste, 211.241 riguardano minori fino a 14 anni e 127.082 minori tra i 15 e i 19 anni .
La distribuzione regionale mostra che Trentino-Alto Adige, Valle D’Aosta, Abruzzo e Marche sono le regioni con la percentuale più alta di minorenni occupati .
Un appello alla coscienza collettiva
La Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile ci richiama a una responsabilità collettiva. Ogni bambino ha il diritto di crescere in un ambiente che favorisca il suo sviluppo fisico e mentale, lontano dalle trappole dello sfruttamento e dell’abuso. È necessario un impegno continuo e concertato da parte di governi, organizzazioni internazionali, società civile e singoli individui per garantire che tutti i bambini possano vivere una vita libera e dignitosa.
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