Dall’insediamento del governo Meloni sono stati adottati diversi provvedimenti che sembrano avere lo scopo di scoraggiare l’attivismo e la partecipazione alle proteste.
Il cosiddetto “decreto legge Rave party”, convertito in legge a fine dicembre 2022, è stato il primo tentativo di irrigidire le regole sui raduni. Nella sua prima formulazione avrebbe potuto essere applicato anche a proteste pacifiche. Rimane, tuttavia, la nostra preoccupazione rispetto a una legge che potrebbe comunque essere soggetta ad interpretazioni estensive consentendo la potenziale criminalizzazione di scioperi sindacali, raduni di studenti e altre iniziative.
La Legge n.6 del 22 gennaio 2024, invece, aggiunge alle pene già previste dal codice penale, ulteriori sanzioni amministrative per punire l’attivismo che sceglie i beni culturali o paesaggistici come obiettivo dei propri atti di protesta pacifica.
Le autorità hanno usato lo strumento sanzionatorio dei “fogli di via” nei confronti di attivisti per la giustizia climatica, sindacalisti, lavoratori o persone che hanno semplicemente espresso il proprio dissenso. Tale misura agisce sulla libertà di movimento della persona e impatta direttamente sulle attività di alcuni movimenti di protesta. Il suo impatto “indiretto” è l’effetto intimidatorio rischia di dissuadere le persone dal protestare.
La forza durante le proteste è sempre più usata in modo eccessivo e ingiustificato. Amnesty International ha raccolto numerose segnalazioni di persone che sono state vittime o testimoni di un uso della forza da parte delle forze di polizia non sempre necessario e non sempre in linea con gli standard internazionali. Solo per fare qualche esempio, ricordiamo i casi più eclatanti di Sairano (PV) (20 settembre 2023), Torino (2-3 ottobre 2023), Bologna (6 dicembre 2023), Napoli (13 febbraio 2024), Bologna (16 febbraio 2024), e infine Firenze e Pisa (23 febbraio 2024), dove al dialogo e ai tentativi di de-escalation delle tensioni, basi fondamentali per la tutela, l’esercizio e il pieno godimento del diritto di assemblea e protesta pacifica, è stato preferito l’uso della forza.
Fatti sentire.
Scendi in piazza e firma l’appello per chiedere di proteggere il diritto di protesta in Italia.
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