venerdì 17 maggio 2024

Diritti, l’Italia della destra non firma la dichiarazione Ue per le politiche a tutela della comunità Lgbt+

 



La dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbt+ presentata dalla presidenza di turno belga ai Paesi membri dell'Ue non è stata firmata da nove Stati su 27. A non firmare la dichiarazione sono stati Italia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia.

Le richieste

Secondo quanto previsto dal testo gli Stati firmatari "si impegnano in particolare ad attuare strategie nazionali per le persone Lgbtiq+ e a sostenere la nomina di un nuovo Commissario per l'uguaglianza quando sarà formata la prossima Commissione. 

Chiedono inoltre alla Commissione di perseguire e attuare una nuova strategia per migliorare i diritti delle persone Lgbtiq durante la prossima legislatura, stanziando risorse sufficienti e collaborando con la società civile". Nel corso della riunione di Alto livello in cui è stata presentata la dichiarazione la segretaria di Stato per l'Eguaglianza di genere, Marie-Colline Leroy, ha sottolineato che "la Presidenza belga del Consiglio dell'Ue ha deciso di porre la questione dei diritti delle persone Lgbtiq al centro dell'agenda europea, riunendo a Bruxelles i ministri degli Stati membri dell'Ue responsabili dell'uguaglianza, il Commissario europeo per l'uguaglianza e la società civile", che si è tenuta nei giorni scorsi.

Schlein: famiglie vanno difese tutte, continueremo a batterci

Nella giornata dedicata alla tutela dei diritti Lgbt+ Elly Schlein è intervenuta all’evento del Pd in Campidoglio per affermare la volontà di continuare a battersi per l’eguaglianza di genere. "Di famiglie ce ne sono tante e vanno tutte difese nei loro diritti.

 E lo dico oggi che è una giornata importante, contro l'omotransfobia. Continueremo a batterci per una legge contro l'omotransfobia dopo che hanno affossato la legge Zan", aggiunge.

Nessun commento:

Posta un commento

LASCIA UN TUO COMMENTO