Ho avuto la fortuna di poter dedicare la mia vita alla difesa dei diritti umani e ho visto in prima persona le conseguenze delle disuguaglianze sociali. Nasciamo "liberi e uguali", secondo la Dichiarazione universale dei diritti umani, ma giusto il tempo di posarci nella culla e già non siamo più uguali.
Se sei nata donna, per esempio, sei già nata un passo indietro.
L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, però nel nostro Paese lavora poco più di 1 donna su 2.
Le ragioni dietro questo dato le conosce ogni donna italiana che abbia provato a lavorare: le barriere strutturali come la mancanza di servizi di cura accessibili e flessibili che rendono difficile per molte donne conciliare lavoro e famiglia, gli ostacoli culturali e i pregiudizi che limitano le opportunità di carriera, le differenze salariali rispetto agli uomini, i "Ma lei pensa di avere figli?" che ti chiedono al colloquio, e così via.
Siamo nel 2024: quanto tempo ancora accetteremo che le donne siano un passo indietro?
Quando le donne hanno le stesse opportunità degli uomini, l'intera società ne beneficia: dobbiamo impegnarci a costruire un'Italia in cui ogni donna possa realizzarsi tanto quanto un uomo, contribuendo così a un futuro più equo, inclusivo e giusto per tutte e tutti.
Anche per portare avanti questo impegno mi candido con il Partito Democratico alle elezioni dell'8 e 9 giugno. È un invito a scrivere insieme una nuova strada per un'Europa più giusta. Perché nasciamo libere e vogliamo essere uguali.
L'8/9 giugno
Vota Partito Democratico
Scrivi Strada
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