MILANO -«Ho sentito utilizzare la parola “censura” dalla ministra Roccella per le contestazioni subite. Mi pare eccessivo, c’è una evidente differenza di potere tra le ragazze dei collettivi e una ministra che ha la possibilità di dire la sua ogni giorno su tutte le tv. La censura è quando chi ha il potere toglie la parola a chi ne ha molto meno, non una semplice contestazione non violenta». Cecilia Strada, attivista per i diritti umani, ex presidente di Emergency, figlia di Gino e Teresa, è capolista per il Pd alle europee nel nordovest.
La ministra ha esagerato?
Sono abituata alle contestazioni. Quando dico che bisogna salvare le vite in mare ricevo insulti di ogni tipo, assai più violenti, ma non faccio la vittima: un personaggio pubblico corre questi rischi e una ventina di studenti non possono silenziare una ministra.
Mi preoccupa assai di più vedere giovani donne che, nel 2024, sono costrette a ribadire che sul loro corpo vogliono decidere loro. Pensavamo che fossero diritti acquisiti una volta per tutte. E mi preoccupa vedere che con i soldi del Pnrr la destra vuole far entrare i pro-vita nei consultori.
Mi preoccupa la fatica che fanno le donne per poter esercitare l’interruzione di gravidanza, tra medici obiettori e altri ostacoli. Se il governo vuole far diminuire gli aborti investa nell’educazione sessuale nella scuole e renda gratuita la contraccezione. Altrimenti si percepisce solo la voglia di attaccare la libertà delle donne. ( Da intervista Il Manifesto )-
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