La leggenda…
Un’altra leggenda narra che, circa 40 anni dopo, il monaco irlandese San Colombano fu invitato a corte dalla regina Teodolinda.
Tenendo a mente il digiuno dalle carni imposto dalla Quaresima e per non offendere la regina che lo ospitava, San Colombano trasformò miracolosamente le carni in tavola in pani dolci a forma di colomba.
la storia più recente
Ma la commercializzazione della colomba come la conosciamo oggi avvenne solo nel 1930. L’idea fu di Dino Villani, all’epoca pubblicitario dell’azienda Motta.
Egli volle creare un dolce pasquale simile al panettone, che permettesse all’industria dolciaria di sfruttare gli stessi macchinari e lo stesso impasto del dolce natalizio che era già molto apprezzato sul mercato.
Un dolce tutelato dalla legge
Per tutelare i consumatori e per proteggere questo iconico dolce pasquale dalle imitazioni, lo Stato italiano è intervenuto con una legislazione ad hoc.
La legge che definisce le regole per la colomba pasquale è la Legge n. 58 del 20 marzo 2005 “Disciplina della produzione e della vendita di taluni prodotti dolciari da forno“, che tutela la produzione di alcuni prodotti tipici della nostra tradizione dolciaria – come pandoro, panetto, savoiardo e colomba.
Secondo l’articolo 3 della legge, dedicato alla colomba:
La denominazione «colomba» è riservata al prodotto dolciario da forno a pasta morbida, ottenuto per fermentazione naturale da pasta acida, di forma irregolare ovale simile alla colomba, una struttura soffice ad alveolatura allungata, con glassatura superiore e una decorazione composta da granella di zucchero e almeno il due per cento di mandorle, riferito al prodotto finito e rilevato al momento della decorazione.
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