GALLARATE ( Va )- L'indagine coordinata dalla Procura di Busto Arsizio è scattata a giugno dopo la segnalazione effettuata da una donna alla struttura sanitaria, in cui si lamentava dei comportamenti che un tecnico aveva avuto nei suoi confronti durante una radiografia alla caviglia.
La giovane donna è stata sentita dagli investigatori in modalità protetta con l'ausilio di una psicologa. Dal racconto è emerso come il professionista per effettuare una radiografia a una caviglia ordinasse alla paziente di togliersi i pantaloni e di rimanere in mutande, giustificando la richiesta col fatto che l'indumento potesse dare fastidio alla nitidezza della radiografia: a suo dire per la completezza dell'indagine radiologica doveva fare degli accertamenti anche all'altezza del femore. Quindi lui stesso abbassava le mutandine fino all'altezza delle ginocchia scoprendole i genitali.
Solo al ritiro della radiografia la donna scopriva in realtà di essere stata oggetto di attenzioni sessuali, rilevando che l'esame fosse stato effettuato esclusivamente alla caviglia e non anche al femore come invece indicato dal tecnico.
Il radiologo è stato perquisito e sul cellulare sono state trovate due fotografie, precedentemente cancellate dal professionista, che riprendevano il corpo di due pazienti completamente nude, mentre effettuavano un esame radiologico.
Dalle dichiarazioni di un'altra ventina di pazienti emergeva un quadro di atteggiamenti sconvenienti e poco deontologici da parte del professionista. Quasi tutte venivano fatte spogliare all'interno della sala raggi, senza usufruire dell'apposito spogliatoio. In più casi il professionista effettuava le indagini radiologiche ordinando alle pazienti di spogliarsi completamente ovvero di abbassare le mutandine scoprendo quindi i genitali, destando forte imbarazzo nelle donne. In due casi aveva aiutato le pazienti a spogliarsi della biancheria intima prima di effettuare l'analisi radiologica e anche a rivestirsi dopo l'indagine, toccandole nelle parti intime.( La Rep .)
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