UBOLDO ( Va )- Bastava aggiungere uno zero all’anticipo che veniva corrisposto dai proprietari di casa per i lavori relativi al bonus facciate e in un attimo i crediti d’imposta incassati da due ditte di San Vittore Olona( Mi ) aumentavano di 10 volte. In questo modo l’imprenditore edile A.T., legnanese classe 1974, si assicurava introiti enormi che spendeva per appagare la sua passione per le auto sportive e di lusso tra cui Lamborghini Huracan STO, Ferrari 812 Superfast, Ferrari 488, Ferrari FF, Ferrari F8 e una supercar da pista denominata Radical. I finanzieri dei comandi provinciali di Varese e Milano hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro emesso dal giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Busto Arsizio, su richiesta della Procura, al termine di un’indagine che ha interessato il sistema delle frodi nell’ambito del “bonus facciate 90%”.
L’indagine gallaratese è partita da una denuncia da parte di un amministratore di condominio. Nonostante il condominio in questione avesse corrisposto alla società incaricata 40.000 euro, corrispondente alla somma del 10 % del costo dei lavori e del 18 % di oneri finanziari, la società edile aveva emesso e trasmesso all’Agenzia delle Entrate una fattura per 400.000 euro, facendo così figurare che quanto pagato dal Condominio, per l’appunto 40.000 euro, fosse il 10% necessario ad accedere ai crediti d’imposta. L’imprenditore legnanese è riuscito a frodare il fisco per oltre 2 milioni di euro.
Per esempio, I finanzieri gallaratesi hanno, quindi, proceduto all’analisi della documentazione attinente ad altri cantieri tra cui Gallarate , Cardano al campo , Cassano Magnago in provincia di Varese e Parabiago in provincia di Milano , riscontrando la documentazione acquisita presso la sede della società con le dichiarazioni rese dagli ignari proprietari degli immobili e tramite le risultanze dei conti correnti, approfondendo le segnalazioni per operazioni sospette in capo alla società e al suo rappresentante legale. Il singolo proprietario, ignaro, riceveva la fattura da pagare e scarna documentazione in relazione ai lavori da eseguirsi. Tuttavia, la stessa società edile procedeva poi a generare in capo al cliente un credito fiscale enormemente più alto, fino a circa il 300% rispetto a quello spettante.
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