Attaccata dal governo e difesa dai colleghi, la giudice Iolanda Apostolico ha deciso di dire la sua in merito al caso (più mediatico che giuridico) che la vede suo malgrado coinvolta. “Non voglio entrare nella polemica, né nel merito della vicenda – ha detto – Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi – ha concluso – non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale”. Poche parole, quindi, con cui la giudice ha cercato di riportare la questione nel solco squisitamente giudiziario e che arrivano dopo accuse pesantissime.
L’Associazione nazionale magistrati di Catania, in tutto ciò, si è schierata in sua difesa, “esprimendo una posizione ferma e rigorosa a tutela della collega, persona perbene che ha lavorato nel rispetto delle leggi, e respinge con sdegno le accuse a lei rivolte. Il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario andrebbe improntato a ben altre modalità“, ha affermato il presidente della sezione etnea dell’Anm, il giudice Alessandro Rizzo. “Quelle che abbiamo letto sono parole sbagliate per toni e contenuti e non sono consone ai rapporti tra magistratura ed esecutivo”, ha aggiunto, riferendosi alle uscite della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del suo vice Matteo Salvini.
La reazione di Elly Schlein. "Giorgia Meloni la smetta di alimentare lo scontro istituzionale che danneggia il Paese. – anticipa a Repubblica la segretaria del Pd – La smettano di cercare un nemico al giorno per nascondere le proprie responsabilità”.
“Se cercano responsabili del disastro sull’accoglienza si guardino allo specchio: – continua Schlein – è la destra che scrive leggi palesemente incostituzionali e poi se la prende con i giudici che fanno il loro lavoro. È la destra che ha messo la firma su tutte le leggi che hanno prodotto questo caos, come la Bossi-Fini che alimenta l’irregolarità, è sempre la destra che non ha mai contrastato il regolamento Dublino lasciando l’Italia più sola, per allearsi con Polonia e Ungheria che di solidarietà non ne vogliono sapere”.
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