“La pandemia da Covid-19, in tre anni, ha accelerato i tempi di un’altra pandemia, ancora più pericolosa per il futuro: con un incremento delle diagnosi del 30%, come indicato dall’Oms, ma che ogni specialista ha potuto verificare nella quotidianità del proprio lavoro, la prevalenza dei disturbi mentali sta per superare quella delle patologie cardiovascolari. Depressione e altre patologie psichiche saranno le più diffuse nel mondo già prima del 2030, anno in cui, sempre l’Oms, aveva stimato il ‘sorpasso’”
. Numeri che valgono in Italia il 4% del prodotto interno lordo tra spese dirette e indirette. Senza contare la diminuzione dell’aspettativa di vita di 10 anni.
A lanciare l‘allarme è la Società Italiana di Psichiatria (SIP)
Per gli psichiatri, è in atto una “‘policrisi’ in cui pandemia e guerra, inflazione e turbolenze sociali stanno facendo da detonatore al disagio mentale. A pagare il prezzo più alto le categorie fragili: bambini e adolescenti, donne, anziani, fasce sociali svantaggiate“. Nonostante ciò, aggiungono, le risorse a diposizione dei Servizi di Salute Mentale pubblici sono in continuo calo, e sono ormai sotto il 3% del fondo sanitario nazionale, mentre l’indicazione europea è del 10% per i Paesi a più alto reddito.
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