Ai potenziali acquirenti diceva di essere stato delegato dai padroni di casa per la compravendita, esibendo anche una falsa "perizia giurata" e li convinceva così a versare un anticipo, solitamente intorno ai 10 mila euro, che puntualmente si intascava.
Nello specifico, l'uomo fingeva di vendere un box di una donna e l'appartamento dell'amministratore delegato di un importante gruppo di moda, molto spesso fuori per lavoro.
Sarebbero 14 le vittime della truffa, quasi tutte già residenti nel palazzo e in ottimi rapporti con il custode che, come scrive il gip Guido Salvini nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, "negli anni si era guadagnato la fiducia e la stima di tutti".
Proprio approfittando della "fiducia" e della "stima", il portiere infedele aveva ottenuto le chiavi di casa dal reale proprietario, per eventuali sistuazioni di emergenza.
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