Ora abbiamo scoperto che, dietro un linguaggio bellico e bellicoso, dietro cotanta esibizione di orgoglio patriottico, dietro le insistite chiamate alle armi in difesa di confini, cultura ed anche di una presunta purezza “etnica”, dietro tutto questo… non c’è nulla. Non ci sono né idee né strategie. Non c’è, in una parola, uno straccio di “politica”.
FARE LEVA SULLA PAURA
I “destri”, conquistato il Governo del Paese, anche grazie alla indubbia capacità di veri imprenditori della paura, si dimostrano (mal)destri. Non sono servite le minacce alle ONG, impegnate nel Mediterraneo nel salvataggio di vite umane; non hanno prodotto risultati le relazioni pericolose con gli Stati nordafricani; non sono stati particolarmente efficaci i ripetuti attacchi alla Chiesa cattolica e all’attuale pontefice (ricordate Salvini quando affermava: «Il mio papa è Benedetto» oppure quando si interrogava polemicamente sul numero di rifugiati accolti dallo Stato del Vaticano?).
I DATI DICONO ALTRO
I numeri, sono impietosi: da gennaio ad oggi sono arrivati in Italia oltre 100mila migranti. Molti più del doppio arrivati nello stesso periodo lo scorso anno e più del triplo di quelli giunti nello stesso periodo nel 2021. E poiché, al di là dei toni da guerra, il nostro Governo è incapace, evidentemente, di governare un fenomeno con cui è necessario dover fare i conti, la responsabilità viene scaricata (e questo è tipicamente “itagliano”), sugli amministratori locali: dalle Prefetture ai Comuni. Forse (forse…) è giunto il momento di rinfoderare le sciabole di cartone, di scendere dai cavallucci di legno, di abbandonare i giochi infantili e iniziare a pensare ad una seria politica di accoglienza.
Di Enzo Rosario Laforgia su VN.
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