sabato 15 luglio 2023

NOI NON DIMENTICHIAMO!

 


Quel 10 luglio del 1976 nessuno avrebbe potuto forse immaginare che la vita di tutti gli abitanti di Seveso e Meda (e non solo) sarebbe per sempre cambiata.


L’Icmesa era un’industria chimica di Meda, un piccolo comune al confine con Seveso. Qui si lavoravano prodotti chimici e farmaceutici. Un’azienda malvista dal sindaco dell’epoca e dai cittadini costretti a vivere ogni giorno tra gas, scarichi e inquinamento delle falde acquifere.

Il 10 luglio del ’76 alle 12.37 il sistema di controllo di un reattore chimico andò in avaria, l’alta temperatura provocò una reazione che portò alla creazione di TCDD, una delle diossine più tossiche e pericolose, ribattezzata dopo il disastro come “diossina Seveso”.

Le conseguenze furono disastrose: la nube tossica colpì tutti i comuni vicini e il 18 luglio l’Icmesa venne chiusa. Ma la zona venne evacuata solo quattordici giorni dopo. Vennero demolite case, abbattuti animali, distrutte piantagioni.

I dirigenti dell’ICMES cercarono attivamente di minimizzare l’incidente, lasciando i lavoratori, i cittadini e i sindaci delle città brianzole più colpite come Seveso e Meda all’oscuro della gravità della situazione. Queste persone continuarono a vivere e lavorare normalmente, ignari del veleno che stavano inalando o consumando con i prodotti dell’orto. La notizia dell’incidente venne tenuta nascosta per oltre una settimana, finché i giornali non iniziarono a parlarne, anche grazie all’intervento di Laura Conti, pioniera dell’ambientalismo italiano: partigiana, medico, scienziata, divulgatrice e politica italiana, che si schierò immediatamente al fianco della popolazione e cercò di rompere il muro di silenzio che si era abbattuto su Seveso.

Il terreno più contaminato venne prelevato e depositato in vasche di contenimento monitorate, venne immessa nuova terra, piantati nuovi alberi che hanno dato vita al Parco naturale Bosco delle Querce. Settecento persone furono gli sfollati di cui almeno 200 colpite da cloracne, un’eruzione cutanea.

Ma una volta che l’attenzione mediatica si è placata, questa vicenda è gradualmente scomparsa nel corso degli anni, sfumando nei ricordi e nella memoria di coloro che non l’hanno vissuta personalmente.


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