Caro Andrea,
sono Franco Masini, Medical Coordinator del Centro Salam di cardiochirurgia di EMERGENCY a Khartoum. Ti scrivo in queste giornate tragiche e concitate per aggiornarti sulla situazione drammatica che sta vivendo il Paese, sconvolto dal conflitto.
Dal 15 aprile, quando è iniziato tutto, viviamo accampati dentro l’ospedale, ogni tanto sentiamo gli spari qui vicino che arrivano dal ponte sul Nilo. Anche molti colleghi dello staff sudanese non possono tornare a casa per motivi di sicurezza e stanno dormendo in ospedale per dare continuità di cura ai pazienti ricoverati.
Abbiamo viveri e medicinali a sufficienza, ma se continuano i combattimenti tra un mese i farmaci inizieranno a scarseggiare.
Al momento abbiamo 40 pazienti nel Centro Salam a cui continuiamo a fornire cure e assistenza. Non è una scelta di coraggio, è una scelta di umanità. Andare via significherebbe mettere a rischio la loro vita.
Rimane ancora chiuso il Centro pediatrico di Mayo, alle porte della capitale, dove non avremmo potuto garantire nessuno standard di sicurezza né per lo staff, né per i pazienti. A Nyala nel Sud Darfur, dove i combattimenti sembrano essersi affievoliti, le attività del Centro pediatrico vanno avanti, così come a Port Sudan, dove la situazione è sempre rimasta sotto controllo.
EMERGENCY è presente in Sudan con il Centro Salam di cardiochirurgia a Khartoum e con i centri pediatrici di Mayo (Khartoum), Nyala (Sud Darfur) e Port Sudan dove offre cure gratuite ai minori di 14 anni. Dal 2004 portiamo cure e diritti in un Paese stremato e dimenticato.
Anche questa volta, non lasceremo sola la popolazione sudanese.
Grazie, |
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