MERCALLO - Occhi al cielo martedì 7 marzo, quando nel firmamento brillerà la Luna piena del Verme. Così chiamata dagli indiani Dakota per l’emersione delle larve dei coleotteri da cortecce degli alberi e altri nascondigli dopo i rigori dell’inverno.
È in pratica un segno distintivo della primavera, una stagione che coincide con la ricomparsa anche di altri animali: per questo tra i nomi utilizzati da altre tribù di nativi americani per descrivere questo plenilunio ci sono quello di Luna dell’Aquila, dell’Oca o del Corvo, ma non sono gli unici.
In alcune parti dell’America questo evento astronomico è noto come Luna della Linfa (o dello Zucchero), che in questo periodo veniva raccolta dagli aceri, oppure come Luna della Crosta, per descrivere l’effetto dei terreni, che si indurivano durante la notte poiché congelati, dopo che di giorno la copertura di neve veniva sciolta dalle temperature più miti. Luna del Vento Forte si riferisce, invece, alle giornate ventose tipiche di questo periodo, mentre Luna degli Occhi Irritati, si riferisce ai raggi solari accecanti riflessi dalla neve che si scioglie.
La Luna di marzo è legata all’abbondanza, alla rinascita e, ovviamente, alla fertilità, da qui Luna del Seme a cui si è ispirato il pittore braidese Franco Gotta per la sua ultima tela. E ancora Luna di Pasqua e Luna di Primavera, perché il 20 marzo si cambia stagione.
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