È la parola giapponese per definire le persone che vivono in condizione di isolamento volontario.
Nel Paese asiatico il fenomeno è diffuso e studiato ormai da decenni.
Una situazione che coinvolge sempre più adolescenti e giovani adulti anche in Italia.
Ragazzi e ragazze che a un certo punto abbandonano la scuola, smettono di frequentare i coetanei e riducono al minimo i contatti anche coi familiari più stretti. Si chiudono nelle proprie stanze, per mesi o addirittura anni, con uno schermo come unica finestra sul mondo.
I ragazzi e le ragazze in ritiro sociale volontario usano l'isolamento come forma di autodifesa, rispondendo con questa forma di resistenza ai principi, ai dettami, ai tempi e alle forme relazionali di una società che li vuole sempre prestazionali, impeccabili, senza possibilità di errore.
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