BUSTO ARSIZIO ( VA ).Una famigliola, madre, padre e bambina di circa cinque anni, si è seduta al tavolo e ha ordinato piatti di pesce scegliendo tra quelli più salati. Ricci di mare, gamberoni, astice. Non c’era neppure il pienone quella sera. Prima di ordinare il caffè, il marito è uscito a fumare, moglie e figlia poco dopo sono andate in bagno.
GLI ABITI CIVETTA
Sulle sedie c’erano un cappotto e una borsa e quindi nessuno si è insospettito vedendo uscire anche loro, tanto più che la bambina stava giocando con il distributore di palline a sorpresa che si trovano vicino alle porte automatiche dell’ingresso. I ristoratori si sono resi conto di essere stati raggirati dopo una ventina di minuti, quando ormai se n’erano andati. Senza pagare i 200 euro dovuti. Gli indumenti civetta erano ovviamente di scarsissima fattura.
La scusa di uscire a fumare una sigaretta e poi via, senza pagare il conto. Fenomeno che si sta ripetendo a Busto Arsizio, come sa a proprie spese Gino Savino, titolare del ristorante Capri e non ne fa mistero.
All’ingresso, appeso a una colonna, c’è un cartello che invita i fumatori a lasciare la carta di identità in cassa prima di uscire per la sigaretta di fine pasto. «I clienti che si alzano dal tavolo lasciandolo incustodito sono pregati di consegnare un documento, in alternativa devono saldare il conto. Ci troviamo costretti a prendere questi provvedimenti a causa di molteplici comportamenti disonesti che stanno avvenendo nel nostro locale». L’ultimo episodio risale al 12 febbraio, domenica elettorale
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