Se ne riparla il 9 maggio. Così i giudici della Corte di Mansura hanno deciso nel caso di Patrick Zaki, studente egiziano dell'università di Bologna fermato a inizio 2020 al Cairo con l'accusa di diffusione di notizie dannose contro lo Stato e da allora sotto processo. E' il nono rinvio del processo, arrivato dopo una lunga mattinata in cui l'avvocatessa della difesa, Hoda Nasrallah, ha finito di presentare il caso e spiegato perchè Patrick deve essere rimesso definitivamente in libertà (oggi è ancora sotto inchiesta) e lasciato libero di partire dall'Egitto per completare i suoi studi in Italia.
"Altri due mesi di attesa - attacca Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia - Patrick non mollerà e non mollerà Amnesty International. Ma è fondamentale che anche le nostre istituzioni facciano qualcosa perché questo processo si chiuda presto e bene e Patrick torni a Bologna".
A maggio saranno trascorsi tre anni e tre mesi dall'arresto (con 22 mesi di prigionia) dello studente. "Un incubo che deve finire", aggiunge Noury.
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