Ciao, sono la mamma di un bambino di 11 anni (affetto da in linfedema congenito agli arti inferiori) e viviamo a Ragusa un capoluogo di circa 72.000 abitanti. Torno a casa sono circa le 9 del mattino e mio figlio ha la febbre alta, come consigliato del medico corro in pronto soccorso ma qua mi viene detto che il bambino non può accedere, visto i sintomi, se non dopo aver effettuato un tampone molecolare e aver atteso otto ore l’esito in una stanza esterna dove un medico avrebbe semplicemente tenuto il bambino sotto controllo. Il primo a 30 minuti da Ragusa, mentre Modica a 25 minuti circa. Arriviamo in ospedale che sono circa le 10:30, ovviamente anche qua deve fare il tampone, questa volta il rapido, peccato che per effettuare il tampone abbiamo atteso un ora abbondante fino a quando il bambino non ha iniziato a vomitare e allora... solo allora abbiamo finalmente ricevuto qualche attenzione... Tamponi negativi entriamo finalmente al pronto soccorso dove fatti i primi prelievi e la prima visita generale, posteggiano il bambino in una sedia a rotelle in attesa della visita chirurgica. Visita che verrà effettuata alle 15:30! Viene ricoverato alle 23 circa dopo oltre 12 ore di attesa su una sedia, in una struttura ospedaliera vecchia e fatiscente. Perché vi racconto tutto questo?? E’ impensabile che in un capoluogo di provincia, a causa prima del COVID e poi della mancanza di personale, si sia deciso di chiudere proprio il reparto di Pediatria! CHANGE.ORG |
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