Stavolta il Viminale ha scelto Ancona nella lotteria dei porti, sempre più lontani e tutti in città guidate dal centro-sinistra, dove spedire le navi delle Ong con il loro carico di umanità che qualcuno considera «residuale». Ma ha ricevuto il primo No. A pronunciarlo Medici senza frontiere. La sua Geo Barents ha soccorso a mezzogiorno di ieri un gommone nero in difficoltà con a bordo 73 persone. Le ha trovate una quarantina di chilometri a nord-ovest della città libica di Al Khoms. Tra loro 16 minori.
COME ORMAI di routine il centro di coordinamento nazionale per il soccorso marittimo (Imrcc) di Roma ha assegnato immediatamente il luogo dove sbarcare: una celerità che non serve a concludere il salvataggio il prima possibile ma a prevenirne altri. Infatti mentre si applicano alla lettera alcune parti delle convenzioni internazionali, altre sono interpretate in maniera creativa. Così il porto arriva subito ma è lontanissimo. Il risultato finale è il tradimento dello spirito delle norme di diritto internazionale pensate per salvare quante più vite possibile in un ambiente ostile come il mare aperto.
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