All'indomani dell'approvazione del provvedimento anche il mondo cattolico condanna il dl: "questo decreto cadrà presto, nel senso che è costruito sul nulla", tuona monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei per le Migrazioni, sottolineando: "è paradossale che uno strumento che in questi anni è stato di sicurezza per almeno il 10% delle persone che sono sbarcate nel nostro Paese e in Europa", cioè le navi delle Ong, "sia considerato uno strumento di insicurezza".
Secondo il decreto, le navi potranno transitare e intervenire solo per i soccorsi sotto il controllo e le indicazioni delle autorità territoriali oltre ad essere tenute a formalizzare la richiesta di un porto sicuro già subito dopo la prima operazione di salvataggio, senza sostare in mare per giorni. In caso contrario, sono previste sanzioni per il comandante, l'armatore e il proprietario, fino a 50mila euro, compresa la confisca del mezzo, che deve anche avere una "idoneità tecnica" per la sicurezza nella navigazione. "
NON SI POSSONO FERMARE A SALVARE ALTRE PERSONE SU ALTRE BARCHE CHE STANNO AFFONDANDO .
IL PORTO ( il piu' lontano possibile per AUMENTARE LE DIFFICOLTA' ) LO DECIDONO A rOMA - nON IL PORTO PIù VICINO -
QUEST'ANNO SONO MORTE IN MARE MEDITERRANEO 1400 ESSERI UMANI .
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