MERCALLO - Quano frequentavo le scuole elementari a Mercallo capitava di bisticciare con qualche coetaneo e l'insulto più gettonato a vicenda era : " sei uno scemo di guerra " . Epiteto dimenticato che mi è tornato in mente leggendo un post su una interessante rubrica ( GreenMe ).
Allora nessuno di noi conosceva il significato di quella frase, ma ora , dopo tanti anni , mi è chiaro !
La storia dimenticata degli “scemi di guerra”
Le allucinazioni non gli davano tregua. Il giorno scambiato per la notte, nei casi più gravi c’erano disturbi mentali, ma anche disfunzioni motorie e perfino perdita della percezione di se stessi. Parliamo di ciò che succedeva agli uomini tornati dal fronte della Prima guerra mondiale, una storia che non può essere rimossa e che pesa sulla coscienza di tutti.
Chi riusciva a sopravvivere alle bombe, non era comunque salvo perché certe scene e violenze, erano difficili da dimenticare. Così molti uomini impazzivano. La gente li chiamava tristemente ‘scemi di guerra’, loro continuavano a vivere il loro inferno quotidiano. I malati, accusati di codardia e di tradimento dagli Stati Maggiori, venivano rispediti al fronte dai medici militari a forza di scosse elettriche e terapie ipnotiche.
O venivano fucilati in quanto ritenuti codardi simulatori .
Estraniati, spesso con lo sguardo allucinato, finivano in ospedali psichiatrici a vivere da automi. Nel 1915, lo psicologo Charles Myers sulla rivista medica The Lancet usò per la prima volta il termine “shell shock” ipotizzando che le lesioni cerebrali fossero una conseguenza della vicinanza ai bombardamenti, dovute al rumore eccessivo e all’avvelenamento da monossido di carbonio. Ma per anni, questa versione venne negata così gli ex soldati finivano nei manicomi dove l’unica terapia attuata era l’elettroshock.
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