«Buongiorno a tutti , mi presento: sono Eleonora e sono una partecipante del Lunapark di Lonate Ceppino di quest’anno. Vorrei condividere con voi quello che penso riguardo a quello che è accaduto stamattina. Questo foglio con questa orrenda frase è stato appeso al semaforo. SERRATE PORTE E FINESTRE SONO ARRIVATE LE GIOSTRE… ma perché ? Magari qualcuno di voi non conosce bene la famiglia Colombo , che esercita il proprio lavoro in Lombardia da generazioni.
Siamo tutti famiglie rispettabili, lavoratori come voi… Siamo felici e orgogliosi di esercitare il nostro lavoro , perché come viene chiamata la nostra categoria “spettacolo viaggiante”, noi portiamo spettacolo, divertimento , sorrisi! Non delinquenza!
Spero sia un gesto di una sola persona ignorante e stupida , dato che ci sono telecamere, e verrá sicuramente segnalato alle Autorità . Invito tutti quelli che leggono a non dare peso a queste sciocchezze e di venire a trovarci al parco: noi siamo qui a lavorare, non a rubare, fino a domenica prossima!».
Uno sfogo ricco di amarezza, dunque, per l’accusa ricevuta, ma anche di profondo orgoglio per una professione ricca di soddisfazioni, ma anche di sacrifici, che punta a coinvolgere e regalare momenti lieti ai paesi che incontra sul suo cammino.
E la risposta, di Lonate Ceppino e dei lonatesi, non si è fatta attendere: in tanti hanno replicato al messaggio – sfogo della lavoratrice delle giostre, trasformatasi in portavoce dei suoi colleghi e forse, in generale, di chi si occupa di spettacoli itineranti, baracconi o circo che siano.
Tante persone hanno espresso solidarietà, prendendo le distanze dall’accusa del biglietto anonimo: «Vi conosco da tantissimi anni e posso garantire che siete persone oneste. Buon lavoro» ( Da VN )
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