Tutte e tre le ordinanze fanno riferimento alla necessità di "prevenire e scongiurare" la diffusione di epidemie animali, "gravi danni all'agricoltura e incidenti stradali". E richiamano alle misure di sicurezza dell'era Covid: l'uso di mezzi di trasporto privati per ciascun cacciatore, il distanziamento di almeno due metri e l'utilizzo delle mascherine.
Ma il Wwf e un pool di associazioni ambientaliste hanno chiesto la revoca o l'annullamento dei provvedimenti. "Le ordinanze - dicono - vanno in contrasto con le disposizioni contenute nel dpcm del Governo e con le norme sulla caccia". La battaglia si è accesa proprio dopo il caso umbro, quando il Wwf ha sottolineato: "È chiaro che per la governatrice dell'Umbria , mentre tutti i normali cittadini devono rinunciare ad una passeggiata in montagna fuori dal proprio comune o anche a svolgere una serie di attività economiche, i cacciatori possono muoversi liberamente su tutto il territorio regionale".
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