VENEZIA - Una signora di 60 anni riceve una telefonata da un sedicente dipendente della banca ove ha il conto che la informa di una transazione effettuata in Svizzera con la suua carta di credito . La donna afferma di non essere stata nella Confederazione Elvetica-.
L'interlocutore , che si presenta con nome e cognome falsi, le suggerisce di bloccare la carta effettando le procedure indicate .
La donna
accetta ma nel frattempo comincia a ricevere sul cellulare un messaggio da parte del proprio istituto di credito che le comunica la richiesta di transazione per due acquisti on line, uno del valore di 400 euro e l’altro di 600. La donna subito riattacca il telefono e chiama il numero verde della banca tramite il quale riesce a bloccare solo il secondo movimento mentre il primo è andato a buon fine.La donna fa denuncia ai carabinieri e chiede alla banca la restituzione dei soldi persi - Ma la banca nega :
Si rivolge ad una associazione di consumatori .
L'associazione contesta alla banca che donna non ha effettuato l’acquisto. Poi ha chiesto immediatamente il blocco della carta, che non ha mai ceduto a terzi, ha sporto denuncia, non ha rivelato a nessuno i propri codici e non li ha mai smarriti. La banca ha accolto le nostre contestazioni, accordando il rimborso dei 400 euro».
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