giovedì 31 dicembre 2020

IO STO CON EMERGENCY

 





Caro Andrea 

Questo 2020 lo ricorderemo per sempre come uno spartiacque tra un prima e un dopo.

Un anno difficile che ci ha insegnato a riconoscere la misura globale del mondo e la precarietà dei suoi confini, anzi dei nostri confini, quelli tra gli esseri umani.

L’anno della distanza fisica forzata, della vicinanza consapevole, solidale, umana, della consapevolezza che nessuno si salva da solo. E che se escludi uno, escludi tutti.

Un anno durante il quale noi di EMERGENCY abbiamo sentito forte il dovere di esserci. Perché nonostante ci trovassimo di fronte a un nuovo male, ci erano già note le possibili conseguenze legate alle disuguaglianze nell’accesso alle cure.

Il fine del nostro impegno è sempre lo stesso, chiaro e concreto: siamo in tante parti del mondo, ma cerchiamo di ridurre le distanze e soprattutto le disuguaglianze. Offrendo gli stessi livelli di cure gratuite, di qualità, senza discriminazioni, in strutture sanitarie accoglienti, efficienti e immuni alle leggi del profitto, difendiamo l’universalità del diritto alla salute e, con essa, l’universalità della dignità dell’uomo.

Aspiriamo da sempre a diventare inutili, ma quest’anno è stato necessario diventare ancora più utili di prima: curare, formare, informare, proteggere.

Lo abbiamo fatto in tutti i nostri ospedali nel mondo, intensificando le misure di prevenzione per garantire il proseguimento di un lavoro di cura indispensabile.

Lo abbiamo fatto per chi ha provato a scappare da torture e povertà, sfidando il Mediterraneo e soprattutto la diffidenza di un’Europa che ha alle spalle una storia di unione ma oggi preferisce alzare muri.

Lo abbiamo fatto nei nostri ambulatori in Italia. E qui, nel nostro Paese, abbiamo anche avviato nuovi progetti, gestendo la terapia intensiva dell’Ospedale da campo di Bergamo per i pazienti affetti da Covid-19, supportando le RSA, i centri di accoglienza e aiutando, con la consegna di pacchi di beni di prima necessità, chi si è ritrovato ad affrontare una vulnerabilità economica, effetto collaterale di questa pandemia. E, non ultimo, il recente intervento in Calabria.

In questo periodo di bilanci e di propositi, pensiamo con gratitudine ai tanti compagni di viaggio, nuovi e vecchi, che hanno permesso a EMERGENCY di rispondere a nuove scommesse.

La forza di propagazione dell’impegno collettivo ha raggiunto persino il Sud Darfur dove, proprio quest’anno, abbiamo riaperto il Centro pediatrico a Nyala.

C’è stato bisogno di tanto coraggio e determinazione, in questo 2020, ma dobbiamo cercarne ancora per non scivolare lungo la pericolosa china del sentirci appartenenti a mondi separati che per difendersi si chiudono e negano i bisogni altrui.

Dovremmo invece pretendere un mondo diverso, in cui i diritti di tutti siano finalmente considerati bene comune, così come lo è la salute.

Per questo non smetteremo di esserci, sperando di poter continuare a contare sul supporto e la partecipazione di tanti.

Auguri per un nuovo anno più giusto, solidale, umano, che ci veda tutti protagonisti nella costruzione di un mondo più sano.
Rossella Miccio
Presidente di EMERGENCY




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