ROMA, - La pandemia e il lockdown ci hanno costretto a guardarci dentro, a interrogarci sul senso della vita. "E ci siamo resi conto come sia bastata una minuscola entità cellulare per metterci in ginocchio, noi che ci consideravamo invincibili, e farci renderci conto che non siamo padroni di niente".
E da lì, Fiorella Mannoia è partita per costruire il suo nuovo album, per il quale ha scelto proprio il titolo Padroni di niente (cd già disponibile, il vinile dal 20 novembre, per Sony Music). "Sono canzoni figlie di quel momento, ma con concetti universali senza tempo".
"Un disco concepito durante il primo lockdown - racconta la cantante in collegamento zoom -, dalle chiacchierate con Amara (autrice per lei di Che sia benedetta, portata al festival di Sanremo del 2017). Quando i nostri pensieri volavano alto e ci interrogavamo su dove stavamo andando, sul senso che aveva tutto quello che stavamo vivendo. Si parlava di un nuovo Umanesimo, della necessità di rimettere al centro l'uomo. E invece quando si è riaperto, tutto è tornato come prima se non peggio".
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