Accanto al cognome ed una data c’è il nome Celeste, ovvero quello scelto dall’associazione che l'ha sepolto .
Il mio era un feto di dodici settimane e non volevo la sepoltura. Ricordo di non aver dato il consenso»
Si tratta di uno dei 30 cimiteri italiani in cui c'è uno spazio per i bimbi mai nati o nati morti e che adesso sono al centro di un'istruttoria del Garante della privacy: dovrà stabilire se sia stata rispettata la legge dopo che da Roma era stata sollevata la polemica da una mamma che addirittura aveva trovato non solo il suo cognome, ma anche il nome di battesimo, oltre alla data di interruzione della gravidanza, sulla lapide di un cimitero della Capitale.
«Chiederemo alla clinica dove la ragazza aveva abortito di poter avere tutta la documentazione medica» spiega l'avvocato Cathy La Torre a cui la donna si è rivolta. «Vogliamo conoscere gli atti relativi all'interruzione di gravidanza e alle scelte che sono state prese per il feto. C'è - spiega la legale - una violazione della privacy mentre crediamo che spetterà alla Magistratura valutare che cosa sia accaduto».
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