TORINO -Non sono entrati a lezione alle otto al suono della campanella ma proprio delle campane gli studenti della quinta h del liceo del Convitto Umberto I di Torino, a cui la pandemia ha riservato un'inizio d'anno in un'aula molto particolare, la chiesa della Confraternita di San Rocco, in via San Francesco D'Assisi. Flaconi di gel igienizzante nelle acquasantiere e una bella fregata di mani al posto del segno della croce e i ragazzi hanno preso posto.
Due per ogni panca, i quaderni appoggiati in bilico sulle ginocchia, portapenne e cellulare sul ripiano del banco dove solitamente ci stanno i libricini dei canti, il professore sistemato su un tavolino di legno con il microfono preso dal pulpito e una lavagna con i fogli di carta al posto di quella multimediale. L'arte di arrangiarsi al tempo del Covid. "Non c'era altra soluzione, abbiamo ordinato i banchi a inizio luglio e non sono ancora arrivati - spiega Giulia Guglielmini, rettrice della sede torinese del Convitto nazionale - Si tratta quindi di una soluzione temporanea, ci auguriamo per pochi giorni".
Che la chiesa sia stata trasformata per questo nuovo utilizzo è una novità anche per i fedeli, tanto che un'anziana nel bel mezzo della lezione, entra e si inginocchia a pregare, un po' stranita ma tutto sommato incurante di quanto stava accadendo attorno a lei.
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