Quasi ogni giorno le cronache provinciali si arricchiscono
di nuovi particolari che supporterebbero le accuse di corruzione, tentata concussione
ed abuso d’ufficio mosse dalla magistratura al sindaco di Lonate Pozzolo Danilo
Rivolta ( FI ).
Nonostante sia in galera da quasi un mese costui non ha
ancora rassegnato le dimissioni per cui i lonatesi si ritrovano ad avere un
sindaco che difficilmente può svolgere pienamente questo ruolo .
Accuse pesanti ,ma niente dimissioni, confortato in questo
dai vertici del suo partito che non le chiedono, ritenendo le stesse debbano
essere frutto di una decisione personale .
Una domanda sorge spontanea :se il sindaco non si dimette i
suoi capi sono dunque concordi ?
Questa vicenda ci porta a quella di un altro sindaco, Oreste Giurlani,( PD ) primo
cittadino di Pescia, comune avente
il doppio di abitanti di Lonate Pozzolo .
Costui è stato messo agli arresti domiciliari il primo
giugno con l’accusa “ solo “ di peculato , in quanto nel periodo
compreso tra il 2012 ed il 2016, si sarebbe indebitamente appropriato di denaro
appartenente all’Uncem ( Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani , trasferendo dal conto
corrente dell’associazione - di cui aveva la disponibilità diretta – sul
proprio conto corrente personale, la somma complessiva di oltre 570.000
euro".
Orbene il giorno 5 ,primo giorno utile feriale ,
comunica la lettera di dimissioni .
Secondo le accuse entrambi i sindaci hanno commesso
reati …e , per quel poco che ne posso sapere leggendo i giornali, non credo che quello commesso dal sindaco di Pescia sia
più grave di quelli di cui è accusato il sindaco di Lonate Pozzolo .
Due sindaci ,espressione di due partiti ,che si
comportano in maniera diversa di fronte alle accuse dei magistrati .
Tant’è
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