
Nel 2015 Robinson e i suoi colleghi hanno passato in rassegna le catene di abbigliamento di due vie cruciali per lo shopping nelle città inglesi di Liverpool e Coventry prendendo le misure di 59 manichini (32 donne e 26 uomini).
«Non abbiamo trovato un singolo manichino - dicono gli autori dello studio pubblicato sul Journal of eating Disorder - che avesse le misure di un corpo di donna normale». Agli uomini va molto meglio: solamente l’8 per cento dei modelli di plastica erano sottopeso.
I ricercatori sono da anni impegnati a contrastare il mito della “taglia zero” che può indurre pericolosi disturbi dell’alimentazione tra le donne. Chiaramente non tutta la popolazione femminile che punta alla magrezza è a rischio, ma la comunità scientifica sostiene che la moda delle taglie piccole possa contribuire ad alimentare un rapporto problematico con il corpo, soprattutto nelle ragazze.
Per i ricercatori non ci sono più scuse: è il momento di liberarsi una volta per tutte di quegli scheletri nelle vetrine.
(Hd)
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