In queste ore la commissione Ambiente di Montecitorio sta discutendo il disegno di legge sull’acqua pubblica frutto dell’elaborazione dei risultati referendari, della legge di iniziativa popolare e del confronto con il Forum italiano dei movimenti per l’acqua. Un fatto importante che però rischia di essere vanificato dagli emendamenti presentati dal Partito Democratico. Approvare la legge cosi com’è.
La responsabilità che viene consegnata al parlamento attraverso un referendum come quello sulla gestione dell’acqua del 2011 è enorme.
Siamo convinti che il disegno di legge “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”, prodotto dall’intergruppo parlamentare SEL-PD_M5S, frutto dell’elaborazione dei risultati referendari, della legge di iniziativa popolare del 2007 e del confronto con il Forum italiano dei movimenti per l’acqua, dimostrasse ai cittadini che quella responsabilità ce l’eravamo assunta fino in fondo.
In questi giorni però stiamo lottando per non far affossare quel disegno di legge nel meccanismo schizofrenico che si è configurato via via, attraverso le norme dello Sblocca Italia e del decreto Madia, da un lato, e dalla serie di emendamenti proposti dal PD, dall’altro lato.
Le caselle di posta elettronica dei parlamentari sono stracolme delle e-mail dei cittadini che ci scrivono: chiedo il ritiro degli emendamenti che contrastano con i principi ispiratori della proposta di legge e con l’esito del referendum 2011 e con gli impegni condivisi da coloro che hanno deciso di aderire all’intergruppo parlamentare per l’acqua.
Non mi accontento di rassicurare sul mio immutato impegno: voglio poter dire, alla fine di questa giornata, che in commissione Ambiente abbiamo salvaguardato le intenzioni dell’originario progetto di legge e abbiamo rispettato le indicazioni referendarie e la volontà dei cittadini.
On. Serena Pellegrino ( sinistra italiana )
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