Intervistato ai microfoni di “Repubblica”, il filosofo e professore dell’Alma Mater bolognese, ha detto che, a suo parere, l’exploit del comico genovese e del suo “movimento” sarebbe da imputare al giusto utilizzo fatto del sistema comunicativo. La comunicazione, infatti, ha le sue regole e negli ultimi tempi queste si sono fatte particolarmente complesse; secondo Eco questa “non è più diretta ma va come una palla di biliardo”.
Se ciò è vero, ha continuato il semiologo, allora Grillo è riuscito nell’intento di accaparrarsi il consenso sfruttando proprio questo punto. La trovata del non andare in televisione, in particolare, ha fatto sì che il comico acquisisse rispettabilità pur avendo a disposizione altri strumenti comunicativi, come quello del web.
A proposito di web. Eco ha voluto analizzare anche la questione della “democrazia della rete”, tanto citata da Grillo e dai grillini ma sempre data per acquisita, mai sviscerata in maniera chiara. Per l’autore de Il nome della rosa, la democrazia avrebbe luogo nel confronto diretto da creare tra gli scranni del Parlamento, mentre quella proposta sul web da Grillo è in realtà un’aristocrazia gestita da pochi. Le decisione, dice Eco, “non vengono prese dal popolo sovrano ma da un’aristocrazia di blogghisti”.
Il docente e pensatore si è poi fermato a riflettere anche sugli sbagli fatti da Pier Luigi Bersani nel corso della campagna elettorale. “Ogni volta che la sinistra si presenta come vincente, perderà. La destra vince quando la sinistra convince l’elettorato moderato che sarà essa a salire al potere. Ne concludo che una dose di vittimismo è indispensabile per non galvanizzare gli avversari”, ha affermato Eco.( diretta news)
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