"Io sono uscito dall'aula, non ho votato la fiducia. Quando mi hanno candidato, non c'era certo nel programma l'idea di dividere i sindacati o di dare ragione a Sacconi nella sua crociata contro l'articolo 18. Ma il dato è quello che è: Renzi ha vinto, ha costretto a capitolare i suoi oppositori. Questo gruppo che era di 14 'oppositori' si è diviso, con alcuni che poi hanno votato la fiducia. La cosa più significativa forse l'ha fatta Tocci, che si è dimesso". Sono queste le parole di Corradino Mineo, senatore della minoranza Pd, ad Agorà, su Rai Tre.
"Secondo me adesso la minoranza Pd è molto più debole - afferma Mineo -. Io il maxiemendamento l'ho letto, e non prende neanche tutte le promesse fatte nella direzione del Pd. La nostra battaglia per il momento si è conclusa con una sconfitta. "Cercavo il modo migliore - aggiunge il senatore - di dire al mio premier che di forzatura in forzatura si lasciano troppi cadaveri per terra. E non credo che il buffetto dato dalla Merkel ieri al governo italiano cambierà l'atteggiamento della Ue. Con la delega in materia di articolo 18 Renzi potrà fare quello che vuole. Così il Parlamento non conta più".
Casson, Ricchiuti e Mineo: sono questi i senatori che non hanno votato la fiducia sul jobs act.
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