ANNO
Contavo i giorni
Dividendo il mio sapere .
A mani nude
li strappavo da un futuro ansimante per il suo presente .
Abbandonato nella polvere
pregavo un dio ancora troppo cieco per esistere
e troppo potente per potere .
Ingurgitavo gocce di pioggia
affamato ,
vomitandole all'orma prima .
E ciò che non poteva esistere ,
I miei occhi affamati ,
Inseguivano .
Una perfezione che nasce dalla voce e muore sulla lingua .
E la barattiamo a peso d'uomo .
I numeri cessavano,
le ore troppo grandi.
Felice anno nuovo.
Felice ritorno
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