«Per me il progetto a cui ha dato vita è già finito. Siamo passati dalle larghe alle piccole intese. Renzi è bravo dialetticamente, è veloce, ma quale visione politica ha? E soprattutto quale maggioranza? Se ne può discutere o lo si deve considerare fideisticamente il Salvatore della Patria?».
«Renzi è diventato segretario del partito solo perché il Pd non c’era più da molto tempo. Ha vinto senza bisogno di combattere. E lui si è preso tutto quello che si poteva prendere in una città morta. Ma governare non sarà altrettanto semplice».
È possibile una maggioranza diversa?
«Sì, liberandosi dall’esperienza infausta delle grandi e delle piccole intese».
Tornando al voto?
«Non solo. Sel viene da un congresso travagliato, in più c’è un’area civatiana che può essere allargata dalla diaspora del Movimento Cinque Stelle. Non mi pare che siano condizioni da sottovalutare. Sarebbe un modo per liberarsi dalla sudditanza dal centrodestra ed evitare governi con questi sottosegretari. Certo, serve tempo. Ma poi si potrebbe andare avanti fino al 2018».
Il famoso partito di Rodotà immaginato da Civati? Un nuovo centrosinistra?
«Ho letto dei sondaggi che danno la lista Tsipras al 7%. Numeri che se alle europee si dovessero realizzare non avrebbero un effetto immediato sulla vita politica italiana. Ma che potrebbero accelerare un processo in atto».
È disposto a metterci la faccia?
«Certamente non mi tirerei indietro».
Alle europee voterà Tsipras?
«So che ci sono difficoltà per la lista, ma direi proprio di sì. Tsipras fa una critica molto forte all’Europa, ma senza dire: sbaracchiamo, usciamo».
Non teme che la sua scelta possa provocare una scissione nel Pd?
«Ah, non lo so. Ma alla mia età non sono proprio capace di starmene tranquillo».
( Da La Stampa 2 Marzo )
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