lunedì 10 marzo 2014

LA GUERRA DI VENEZIA


A Venezia è in atto una guerra di guerriglia tra il Comune e le Brigate Semantiche. Il Comune nella persona di un assessore perlomeno bizzarro ha deciso di rinnovare i lenzuoli, la segnaletica murale veneziana con le scritte in nero su rettangoli imbiancati. L'assessore, più degno di una commedia di Eduardo che dell'assessorato, ha deciso di italianizzare le scritte. Il problema è che l'assessore ha frequentato le scuole alte, nel senso che dovevano essere in soffitta, perché ha una conoscenza della lingua italiana perlomeno discutibile. 

Calle de mezo è diventato Calle de mezzo: in italiano si scrive semmai Calle di mezzo e non de mezzo. Madoneta è diventato Madonnetta (?), Rugheta è diventato Rughetta, Terà (interrato in veneziano) è diventato Terrà (parola oscura che non esiste in alcun dizionario della lingua italiana se non come il futuro del verbo tenere) e via dicendo. Che è accaduto? Che le Brigate Semantiche (il nome è mio, loro non hanno volto e nome per ora) hanno deciso di intervenire e con colpi di pennello hanno cancellato le doppie incriminate. 

Il risultato? Lenzuoli (segnaletica) sfregiati, immagine di Venezia deturpata, sghèi (soldi) che il Comune dovrà spendere per rifare i lenzuoli, sperando che ripristini la dizione corretta in veneziano per evitare nuove azioni delle Brigate Semantiche. Chi paga? L'assessore bischero (detto alla toscana)? I Brigatisti Semantici? Paga Pantalòn, come sempre.

( Renato Andreoletti )

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