domenica 2 marzo 2014

GLI SPRECHI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Riceviamo e pubblichiamo

Gli sprechi nella Pubblica Amministrazione

Ill. mo dott. Matteo Renzi
Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana
R O M A

   siamo due Cittadini  italiani che hanno lavorato per più di 40 anni in settori pubblici (rispettivamente nella Prefettura di Varese e nella Sanità) e che per questo pensano di conoscere  abbastanza il problema degli sprechi nella Pubblica Amministrazione.  Per eliminare o almeno ridurre i quali ci permettiamo di avanzare alcune proposte che,  secondo le competenze, La invitiamo a segnalare all’attenzione dei relativi Ministeri. 

- Abolire o ridurre drasticamente i rimborsi elettorali ai partiti politici;
- Invitare gli Organi Istituzionali nei confronti dei quali non è possibile agire (Presidenza della Repubblica, Parlamento,  Consulta)  ad una immediata riduzione di tutte le loro spese (retribuzioni  e spese di funzionamento) rapportandole ai parametri degli altri Paesi europei, tenuto anche conto dell’attuale crisi economico-finanziaria;
- Sollecitare il Parlamento a ridurre i finanziamenti e le agevolazioni previste dalle leggi costituzionali a favore delle Regioni a Statuto Speciale e delle Province Autonome;
-  Ridurre per tutti i Dicasteri e gli Uffici della Pubblica Amministrazione il numero dei Dirigenti ed anche bloccare  - per un determinato numero di anni e per i soggetti al disopra di un certo livello - l’avanzamento di grado, in particolare per le Forze Armate (riducendo drasticamente il numero dei Generali), nonché diminuire le loro attuali retribuzioni (prevedendo un tetto massimo non superiore a quello medio degli altri Stati europei;  altrettanto dicasi per le loro pensioni);
-  Ridurre le attuali eccessive retribuzioni degli Amministratori e degli alti Dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni, nonché quelle dei dipendenti di alcune Regioni a Statuto Speciale uniformandole a quelle di tutte le altre;
- Annullare le tante leggi e leggine che hanno consentito finora a moltissimi “beneficiati” di godere immeritatamente di retribuzioni e/o pensioni scandalose, spesso superiori ai  20 – 30.000 Euro/mese,  e vietare il cumulo delle stesse  (in tali casi più che di diritti acquisiti si tratta di “privilegi”, contrari ad ogni senso di equità e di giustizia, che gridano vendetta al cielo!);
- Applicare da subito una cospicua trattenuta alla base sui precitati redditi e su quelli percepiti da tanti VIP (calciatori e personaggi dello spettacolo), dirigenti d’azienda, amministratori di banche, assicurazioni,  finanziarie, ecc. quando superino determinati importi (prendere ad esempio la tassazione U.S.A. che è realmente progressiva);  
- Disporre per stipendi e pensioni di entità elevata che l’importo superiore ai 15 - 20.000 Euro/mese venga corrisposto in Titoli  di  Stato  quinquennali o  decennali (così il Governo potrebbe disporre di una pronta e costante liquidità, ed anche si limiterebbe di molto l’esportazione illegale di capitali all’estero);
- Rivedere le norme che regolano i rapporti, in materia fiscale, con la Repubblica di San Marino, la Svizzera, Montecarlo, Lussemburgo ed altri “paradisi fiscali”;
- Tenere sotto stretto controllo le società “offshore” create all’estero da molti  connazionali allo scopo di eludere il Fisco italiano;


-  Aumentare l’organico della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate per intensificare i controlli fiscali sui liberi professionisti e sopratutto sugli operatori economici e finanziari (in particolare coloro che risiedono anche nei C.d.A. di Banche, Assicurazioni, Enti, e Società pubbliche e private);
- Obbligare la connessione informatica fra tutti gli Uffici Pubblici per consentire controlli telematici incrociati, in particolare: Agenzia delle Entrate, Catasto, Inps ed altri Enti previdenziali, Anagrafi comunali, Motorizzazione Civile, P.R.A., Registro Nautico, Assicurazioni, ecc.;
-  Ridurre del 15 - 20 %  per tutte le strutture Statali centrali e periferiche (eccetto che per Scuola e Giustizia) l’accreditamento per le spese correnti, mantenendo o accordando loro autonomia gestionale (dietro presentazione di un bilancio di previsione per ciascun esercizio finanziario) in modo che possano apportare variazioni di spesa da un capitolo all’altro, ma senza sforare il tetto di previsione annuale;  
-  Ridurre al minimo indispensabile le consulenze esterne per tutti gli Enti Pubblici, con obbligo di  rivolgersi in via prioritaria ad altri Enti Pubblici e solo secondariamente ai privati, ed anche creare una “Tabella  Nazionale dei Consulenti” con tariffe prestabilite; 
-  Disporre per il Ministero dell’Interno una sensibile riduzione del numero dei servizi mobili di scorta alle persone, limitandoli allo stretto necessario e per spostamenti legati ad attività istituzionali;  mantenere i presidi fissi di protezione alle abitazioni solo per quei casi eccezionali di accertato rischio; sostituire le attuali urne elettorali di cartone a perdere con urne pieghevoli di plastica riutilizzabili per successive votazioni; limitare ad una sola giornata le consultazioni elettorali;  accorpare se possibile in unica tornata elezioni di differente natura (es. politiche e amministrative) ed eventuali  referendum;
-  Disporre per le Ambasciate ed i Consolati italiani nei Paesi extraeuropei, prima di rilasciare il visto d’ingresso per l’Italia - anche  solo per turismo - l’obbligo di richiedere agli interessati una adeguata copertura assicurativa per eventuali spese sanitarie, onde evitare che le stesse (spesso notevoli) vengano poi accollate al nostro S.S.N. (quasi sempre senza alcuna possibilità di recupero);
-  Ridurre il numero dei carcerati con l’espulsione degli stranieri condannati per droga o reati minori e senza permesso di soggiorno;  per i reati più gravi stipulare accordi con i Paesi d'origine affinché i condannati scontino la pena nel loro Paese;
-  Snellire le procedure giudiziarie per accelerare l’iter dei processi, in modo da ridurre il numero dei soggetti in attesa di giudizio limitandone la detenzione al più breve tempo possibile;    
-  Promuovere le convenzioni tra Istituti di pena ed Enti pubblici (Comuni e altri) per far svolgere, con permesso diurno,  lavori di pubblica utilità ai carcerati meno pericolosi;
-  Contenere le spese di gestione degli Ospedali pubblici e degli Istituti di pena, oggi davvero eccessive, evitando in particolare inutili sprechi nel riscaldamento,  nell’illuminazione dei locali e nelle mense (molto cibo viene quotidianamente gettato);
- Annullare l’acquisto dei tanto discussi aerei militari (cacciabombardieri) dal costo esorbitante e di altre forniture di materiale bellico non indispensabile; prevedere il ritiro dei militari italiani operanti all’estero a meno che le spese non vengano sostenute totalmente o in prevalenza dall’O.N.U.;
-  Controllare ed approfondire le segnalazioni di alcune trasmissioni televisive quali: Striscia la notizia, Reporter, Matrix, Le iene, ecc. circa gli sprechi per opere costosissime mai completate o inutilizzate (oltre 400!) come: ospedali, scuole, carceri, caserme, aeroporti, strade, stazioni e tratte ferroviarie, centri sportivi, palestre, piscine, ecc. e procedere eventualmente a  denunciare alla Corte dei Conti ed alla Magistratura ordinaria gli amministratori responsabili di detti sprechi;
-  Accordare agli amministratori in carica un termine tecnico entro il quale le succitate opere, sostenute da finanziamenti pubblici, devono essere ultimate ed utilizzate (il che servirebbe anche a smuovere l’economia sana del Paese);
- Accertare il costo delle rappresentanze diplomatiche delle Regioni all’estero e valutare l’opportunità o meno della loro abolizione; 
-  Fissare un plafond delle spese sanitarie regionali per abitante e costi standard per gli acquisti di materiali e commesse;
-  Disporre la limitazione del numero di stampa dei Bollettini Ministeriali e Regionali, dei Bilanci di previsione, dei Consuntivi e di ogni altra pubblicazione da parte degli Uffici centrali e periferici;
-  Razionalizzare il consumo di energia per l’illuminazione ed il riscaldamento di tutti gli Uffici e le strutture pubbliche (che attualmente rappresenta uno dei costi più elevati delle spese correnti), anche prevedendo il ricorso a fonti energetiche alternative; 
-  Agevolare la ripresa economica del Paese favorendo sopratutto l’edilizia pubblica e la ristrutturazione del patrimonio edilizio privato esistente, prevedendo significative agevolazioni fiscali, anche per salvaguardare l’integrità delle aree verdi e del paesaggio;
-  Alienare il patrimonio edilizio pubblico inutilizzato, in particolare militare, oppure  cederlo agli Enti Locali per una loro conversione (previe opere di adeguamento) in abitazioni popolari, case di riposo per anziani, uffici pubblici o altre opere di pubblica utilità;    
- per la R.A.I.: sottrarla all’egemonia dei partiti azzerando il Consiglio di Amministrazione e sostituendo i vari  Direttori di testata che hanno sottoscritto contratti di collaborazione milionari con i vari personaggi dello spettacolo; eventualmente  nominare un Commissario e qualche suo collaboratore che sappia spendere con maggiore oculatezza il denaro dei contribuenti (senza farsi ingannare dalla scusa pretestuosa dell’audience e dei proventi derivanti dagli sponsor);
-  annullare tutti i contratti in essere con detti personaggi e proporre la riduzione drastica dei  loro compensi valutando eventualmente anche l’opportunità di ridurre il costo della pubblicità (è ora di invertire l’attuale tendenza al rialzo dei compensi ai conduttori ed ai vari operatori dello spettacolo con il teorema:  più alto indice di ascolto > maggiore incasso dalla pubblicità, e  più alto incasso dalla pubblicità > più elevata remunerazione al conduttore, perché così facendo il cerchio si chiude con l’aumento del costo dei prodotti reclamizzati sul mercato, con danno sopratutto per i ceti meno abbienti).  Occorre invece bloccare e invertire questa tendenza se si vuole moralizzare il mercato (anche perché l’audience dipende da molti altri fattori: tipo di programma, orario, ecc. e non solo dalla bravura dei partecipanti).
-  Per ogni altra voce non contemplata in questo elenco fare riferimento alle pubblicazioni di Stella e Rizzo, in cui sono ampiamente descritti i moltissimi sprechi e storture della Pubblica Amministrazione.

    Concludiamo con l’auspicio che le proposte anzidette vengano prese in considerazione dal Suo nuovo Governo, dal momento che si propone di correggere le tante ingiustizie e le tante storture attualmente esistenti nel nostro Bel Paese.  Con entusiasmo porgiamo tanti auguri di BUON LAVORO a Lei e al Suo Governo.

                                                                                  Martino Pirone e Giovanni Dotti
Varese, 28 febbraio 2014





P.S. Alleghiamo una nostra proposta relativa al contenimento delle super-retribuzioni e dei pluri-incarichi nella Pubblica Amministrazione (già inviata e pubblicata su vari giornali).

NO ALLE SUPER-RETRIBUZIONI ED AI PLURI-INCARICHI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.

   Per ovviare al guazzabuglio dei vergognosi fenomeni sopra enunciati, che gridano vendetta al cielo (Mastrapasqua ne è un fulgido esempio), e ridurre l’eccessivo e ingiustificato divario  retributivo tra dirigenti e subordinati, basterebbe varare un solo articolo di legge di questo tenore:

“Chiunque nella Pubblica Amministrazione ricopra incarichi  dirigenziali o di  consulenza o quant’altro (in Enti pubblici o in Aziende e Società partecipate o controllate)  non  può percepire annualmente una somma di emolumenti (retribuzioni, onorari o altro) per un  totale che superi  di dieci (o quindici ?) volte lo stipendio annuo lordo del dipendente della qualifica più bassa”.

   Basterebbe questa semplice norma per ridurre automaticamente il numero dei pluri-incarichi e sopratutto l’odiosa disparità  retributiva oggi esistente tra i vari soggetti che a vario titolo operano nella P.A., moralizzando una situazione divenuta ormai intollerabile eticamente e insostenibile per le finanze pubbliche.

  Se poi un simile provvedimento venisse introdotto anche nel comparto lavorativo privato (e nelle Fondazioni), riducendo certe esagerate e assurde retribuzioni di dirigenti, si otterrebbe un notevole risparmio per le Aziende che potrebbero così ridurre i costi di produzione e resistere meglio alla concorrenza, evitando anche tanti licenziamenti.
   Vedremo se, dopo tante chiacchiere inconcludenti, ci sarà un partito o un sindacato che si farà promotore di una simile iniziativa.  Attendiamo fiduciosi. 
   
Varese, 8 febbraio 2014
                                                           Giovanni Dotti e Martino Pirone                             


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