domenica 30 marzo 2014

DEMOCRAZIA ANNO ZERO

DEMOCRAZIA ANNO ZERO
Egr. Direttore, l’esperienza di raccogliere le firme per la lista L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS, mi porta a fare una semplice affermazione: siamo all’anno zero della democrazia. Mentre i partiti maggiori che sono al potere si costruiti dall’alto tutti i privilegi di questo mondo, dal possesso o dalla occupazione delle televisioni sia pubbliche o private al privilegio di presentare le loro liste senza la raccolta delle firme, questa lista che parte dal basso, deve raccogliere le firme e poi fare una campagna elettorale senza mass media, che sono nelle mani di coloro che hanno ridotto questo paese in queste condizioni. Eppure sino a pochi decenni fa questo impegno di raccolta delle firme era uguale per tutte e i partiti erano relativamente pochi. Adesso che ci dicono siamo nella seconda o terza repubblica, ma che si regge ancora sulle regole della prima, i partiti sono praticamente scomparsi dalla realtà per ricomparire solo su assurde schede elettorali chilometriche.
Solo che adesso, in questo clima di antipolitica diffusa, raccogliere le firme per la presentazione di lista, si rischia di essere presi per marziani: partiti, politica, per carità vade retro satana, questa è la risposta delle gente comune che crede o si illude che non andando a votare, si puniscano i partiti. Ma non è così. Questo atteggiamento di antipolitica è di fatto alimentato dagli stessi partiti, tutti, che così sperano che la protesta dei cittadini finisca in un astensionismi di massa per far cambiare nulla.
Prendiamo il nostro Paese. Da una parte ci sono i partiti urlatori, quelli che sono contro tutti, contro gli immigrati, contro l’euro, contro l’Europa e che fanno credere che i nostri mali dipendono dagli altri e non dalle scelte politiche sbagliate fatte dai precedenti governi. Dall’altra c’è Renzi, abile comunicatore ma che il più subdolo rappresentate dell’antipolitica. Pensate a come si è costruito la sua immagine: la rottamazione della politica, l’abolizione del Senato, l’abolizione delle provincie, l’abolizione dei partiti minori per legge, la diminuzione dei parlamentari, tutti argomenti di antipolitica messo in atto da un politico molto abile e intelligente. E così oggi la gente lo osanna come il nuovo salvatore della patria, quello inviato dalla provvidenza, quello che sotto sotto manda un messaggio subdolo: aboliamo il Parlamento in questo suo desiderio inconscio lo si può paragonare a Berlusconi o allo stesso Putin, certamente con le dovute differenze.
Ma l’antipolitica viene da lontano, ha padri “nobili”, incominciando da  Mussolini, che pochi giorni prima di far uccidere Giacomo Matteotti proferì queste parole davanti al Parlamento: “Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.” Chissà quanti italiani oggi potrebbero riconoscersi con queste affermazioni dopo la valanga di scandali che ha colpito il Parlamento e tutti, ripeto tutti, i Consigli Regionali in spese e rimborsi folli oppure di quei parlamentari che non vogliono dimettersi nonostante che siano stati condannati in via definitiva dalla magistratura.
Poi è arrivato Segni che insieme ad Occhetto ha iniziato a demolire la legge elettorale strumentalizzando i referendum popolari che hanno poi alla fine prodotto i PORCELLUM, il primo di Calderoli e il secondo di Renzi. Ma il danno più grave alla democrazia lo fa la delega, che insieme alla indifferenza è il cancro della democrazia: deleghiamo a qualcuno il potere e poi lasciamoci governare dall’inviato della Provvidenza di turno. E cosi nasce nell’immaginario collettivo quello che si può definire il DITTATORE BUONO che è semplicemente una assurdità. Una delega sponsorizzata da tutti i partiti, Chiesa cattolica compresa, che della delega ne fa un dogma e chiede a tutti i fedeli solo di obbedire cecamente al Sacro Magistero e che nell’ottocento portò persino a decretare quella cosa illogica dell’infallibilità papale. Ecco perché oggi ci troviamo all’anno zero, dove la partecipazione democratica è scomparsa come valore, l’unica consentita è quella di starcene seduti davanti alle televisioni o al computer come dei cretini. Al di là di come andrà finire l’avventura della lista L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS, spero che tutto questo lavoro non deve andare perso, ma ripartire con un nuovo entusiasmo ma sopratutto con una grande unità. Di tutti coloro che credono che si possa domani dichiarare illegale la povertà.  
EMILIO VANONI                                  Induno Olona                                   29/03/2014


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