domenica 16 febbraio 2014

INCENERITORE DI BUSTO ARSIZIO ( VA )

I fautori del revamping ( manutenzione straordinaria ) si prodigano in questi giorni in una serie di, chiamiamole fantasiose, dichiarazioni, vista l’inconsistenza delle ragioni tecniche ed economiche fino ad ora da loro addotte per propugnare la spesa di circa 50 milioni di euro.
Ad esempio:
  • ·         Giorgio Ghiringhelli asserisce la necessità di eseguire il revamping, poiché in caso contrario le altre società di smaltimento rifiuti potrebbero fare cartello e imporre tariffe elevate.
L’affermazione in questo momento è priva di fondamento, poiché stante la scarsità di rifiuto urbano da bruciare e la sovrabbondanza di offerta di smaltimento, le tariffe si sono abbassate di molto.
Oggi ai comuni del consorzio converrebbe inviare la propria RSU presso gli altri termovalorizzatori che praticano tariffe inferiori a quelle di ACCAM.
Se anche avesse avuto informazioni di un possibile futuro cartello, mi permetto di suggerire a Ghiringhelli, di fare denuncia all'Antitrust, organo deputato a vigilare sulla concorrenza del mercato, che sicuramente prenderà provvedimenti.
  • ·       Su articoli di stampa si fa trapelare, in maniera surrettizia, la perdita del posto di lavoro dei dipendenti attuali come conseguenza della chiusura dell’impianto.
Anche quest’affermazione è al momento priva di fondamento.
La proposta di SEL, M5S e dei vari comitati è di sostituire il termo-valorizzatore con un moderno impianto di raccolta differenziata spinta che valorizzi i materiali trattati in modo da renderli maggiormente appetibili sul mercato delle materie prime seconde con i conseguenti migliori ritorni economici.
Un impianto di questo tipo costa molto meno del revamping, permette di praticare tariffe inferiori alla media di mercato e richiede una maggior manodopera per il suo funzionamento rispetto a un impianto di termo-valorizzazione per cui si dovrà assumere personale.
I tempi per progettare e realizzare quest’alternativa sono di circa due anni, compatibili con l’ipotesi di dismettere il forno più danneggiato nel 2016 senza manutenzione straordinaria, basta solo la volontà politica di procedere in questa direzione.
Con la dismissione del termo-valorizzatore non sarà necessario smaltire il materiale residuo della combustione, pari a circa un terzo in peso di quanto è bruciato, in discarica, facilitando di conseguenza la chiusura di quelle presenti nel territorio con un indubbio vantaggio ambientale.

Fabio Pariani

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