venerdì 21 febbraio 2014

DOVE VA LA SANITA' LOMBARDA ?

 DOVE VA LA SANITA’ LOMBARDA ?

E’ difficile immaginare dove stia andando la sanità lombarda dopo le continue esternazioni del presidente della regione, dell’assessore alla partita, del presidente della commissione regionale .
Assistiamo ad una ridda di ipotesi basate su illazioni, supposizioni , idee personali, non suffragate da alcun atto deliberativo concreto .
Tale situazione altamente “ fluida “ non può che preoccupare sia gli operatori sanitari sia i cittadini lombardi .
Da una parte di parla con insistenza della chiusura dell’ospedale di Quasso al Monte, dall’altra si ipotizza un ridimensionamento di quello di Gallarate , passando attraverso una non meglio definita riqualificazione  dell’ospedale di Somma Lombardo .
Nessuno osa ipotizzare che fine farà l’ Ondoli di Angera od il Galmarini di Tradate …
Soprattutto non c’è alcuna idea di come si articolerà la prevenzione sanitaria sul territorio.
Sembra quasi che il politico di turno della maggioranza regionale di tanto in tanto rilasci dichiarazioni circa il destino di questa o quella struttura  per “ vedere l’effetto che fa “ , ovvero per misurare il grado di reazione dei cittadini-elettori afferenti a quel presidio sanitario .
E da ciò trarre indicazioni “politiche “ per il suo futuro destino.
Siamo ancora al nulla di concreto , nonostante siano trascorsi sette mesi da quando Maroni annunciò l’insediamento della commissione dei 12 saggi capitanata dal prof. Veronesi .
Di questa commissione, che avrebbe dovuto fornire indicazioni circa il futuro assetto sanitario lombardo si sono perse le tracce .
In assenza di atti concreti , mantengono tutta la loro validità gli intendimenti espressi all’atto dell’emanazione della legge nazionale che andava  sotto il nome elegante di “ spending review “: con essa si prevedevano tagli alla sanità pubblica per svariati miliardi di euro .
L’emanazione di tale legge ( agosto di due anni fa ) fu l’occasione per politici e funzionari regionali filo-governativi di proclami , di ululati alla luna , come sempre accade nella politica italiana .
Infatti più di uno gabellò questa “ revisione della spesa “ come l’occasione per riflettere e ridimensionare gli appetiti politici di cui erano state oggetto sia  la sanità italiana sia la sanità lombarda .
Gli stessi che avevano favorito negli  ospedali  il proliferare di reparti, coi relativi primari , per la medesima patologia ,non mancarono di gridare allo scandalo ,invocando ,in nome dell’austerità , il ridimensionamento di tali strutture elefantiache .
In Lombardia si è fatto qualcosa in tal senso ? Non sembra .
Però la “ spending review “ è stata l’occasione di facili tagli lineari e non selettivi ,come da più parti auspicati .
 Poco dopo il ministro della sanità emanava un importante decreto che ,tra l’altro, prevedeva di implementare l’assistenza sanitaria territoriale mediante una articolata aggregazione di più medici in un’unica struttura .


Non si prefigurava modelli tipo “ CASA DELLA SALUTE “ esistenti in Emilia Romagna e Toscana , ma sarebbe stato comunque un passo avanti .
Di questo progetto si è perso le tracce .
Ciò che invece è inarrestabile sono i tagli alla sanità, il mancato rinnovo del contratto per gli operatori , il blocco del turn over .
Fino a quando potrò reggere la sanità italiana ( e lombarda in particolare ) in queste condizioni ?
Intanto fioriscono le offerte di assicurazioni, di enti vari ,che invitano a convenzionarsi ,pagando , con strutture private .
Visto che siamo in Lombardia, l’ultima “ proposta “è di una importante banca lombarda che ci invita a passare presso i propri sportelli per ritirare un kit che consentirà di “ accedere a esami di diagnostica ambulatoriale, visite specialistiche e ricoveri presso un circuito di oltre 900 strutture sanitarie ottenendo tariffe convenzionate”.
Se le poste vendono frigoriferi ,le banche salute ( a pagamento ) .
Per avere assistenza sanitaria decente, oltre a pagare tasse su tasse –tasse generali più ticket –occorre pagare ancora .
Intanto ,tra un taglio alla sanità e l’altro , la Commissione europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea per non aver applicato correttamente la Direttiva sull'orario di lavoro ai medici operanti nel servizio sanitario pubblico.
 In sostanza sono  i turni massacranti di medici e operatori sanitari a sopperire alle mancanze del sistema, al blocco del turn over che riduce il personale ed ai pesanti tagli per oltre 30miliardi di euro, con servizi essenziali spesso resi possibili solo grazie al lavoro degli oltre 10mila medici precari.
Risparmi sulla pelle dei lavoratori e dei pazienti .
In tale contesto dovrebbe inquadrarsi la cosiddetta riforma della sanità lombarda .
Se il buon giorno si vede dal mattino, la giornata non sarò certo piena di sole .

Andrea Bagaglio




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