lunedì 20 gennaio 2014

"PROFONDA SINTONIA " CON UN CONDANNATO ?

Dal prof. Romolo Vitelli

Matteo Renzi nella conferenza stampa, dopo l’incontro nella sede del PD con Silvio Berlusconi, ha detto che tra lui e l’ex-Premier c’è stata una “profonda sintonia”. Nell’economia di questa mia lettera vorrei riflettere su questa affermazione renziana, tralasciando di dire perché quell’incontro non andava fatto, né perché lo considero un grave errore politico; mi limiterò semplicemente a ricordare che il Senato ha votato dopo una sentenza passata in giudicato per l'interdizione politica di Berlusconi. Dopo tante leggi ad personam era la prima volta, in questo ventennio berlusconiano, che la legge era stata uguale per tutti, condannando il Cavaliere per evasione fiscale e privandolo, dei diritti politici. Ora si pone una questione: “In nome di quale principio morale, giuridico-costituzionale noi possiamo giustificare la rilegittimazione di un condannato, (senza sconfessare l’operato della Magistratura e il buon senso), ‘ribattezzandolo’ per la terza volta come padre costituente? E ancora: cosa chiederà il pregiudicato Berlusconi all’Italia, per “completare” (si fa per dire) l’iter riformatore della nostra Costituzione, quando arriveranno a sentenza gli altri suoi processi ? Come si può pensare di far uscire il nostro Paese dell’amoralità in cui il berlusconismo lo ha stremato, invitando a riformare le leggi, proprio chi ha fatto strame delle regole, delle leggi e della moralità pubblica?

Se fosse vivo Gaio Sallustio senatore e storico romano del I sec. a. C., direbbe : «Davvero abbiamo smarrito il vero significato delle parole…».

Forse Matteo Renzi, dicendo di essere in “profonda a sintonia” con un pregiudicato non si è reso conto sino in fondo di quanto il berlusconismo, inteso come visione amorale della vita, sia entrato inconsciamente in lui ed anche negli italiani.

Che voglio dire? Che il segretario del PD, con questa sua affermazione dimentica che le parole non sono “flatus vocis”, parole gettate al vento, senza valore; ma “segni delle cose”, “pietre”, destinate a lungo andare a lasciare segni nelle coscienze e a incrinare e minare la credibilità e la dignità delle Istituzioni.

Si racconta che un giorno i discepoli di Confucio gli chiesero: “Quale sarà la prima mossa, come imperatore della Cina?”. Rispose: “Comincerei col fissare il senso delle parole”.

È quello di cui abbiamo bisogno anche noi, dovremo rialzare le barriere della moralità dell’onestà e della dignità civile.

Il filosofo Agostino sosteneva che dal male può scaturire il bene (ex malo Bonum); quindi bisogna partire da questa vergognosa e paradossale situazione politica per ricominciare ad indignarci, a provar scandalo, a riaffermare il comune senso del pudore, per tentare di rigenerare civilmente e moralmente l’Italia.

 Siamo cittadini di un Paese che ha imparato a digerire tutto: i ministri amici dei mafiosi, travestiti da onorevoli, gli onorevoli senza lo straccio di alcun onore.

Insomma ripartire dall’etica pubblica per ricucire una politica pulita, restituendo alla parola la sua funzione originaria precipua di strumento principale dell’educazione e della formazione critica delle coscienze di una nazione, come la nostra, che vuole essere europea.
20/01/2014
Romolo Vitelli

Vn

Nessun commento:

Posta un commento

LASCIA UN TUO COMMENTO