I letti del Centro pediatrico e del Complexe pédiatrique sono sempre tutti occupati: la scorsa settimana dalle province sono arrivati 7 bambini feriti da arma da fuoco e da machete. Il nostro team sta continuando a lavorare anche per dare assistenza alle urgenze chirurgiche che arrivano da Bangui e da tutta l’area intorno alla città.
Ieri Arthur è tornato a casa. È arrivato in ospedale accompagnato da un ragazzo che lo aveva trovato in strada, ferito e in stato di incoscienza. Si è ripreso velocemente dopo l’operazione, ma non potevamo dimetterlo: non sapevamo chi fossero i suoi genitori, né se erano ancora vivi. Dopo 15 giorni, un membro del nostro staff nazionale ha sentito alla radio l'appello di una madre che cercava il figlio disperso: la descrizione e il nome non lasciavano dubbi, si trattava proprio di Arthur. L’abbiamo rintracciata, rassicurandola sulle condizioni del ragazzo: tra pianti di gioia e ringraziamenti la famiglia si è riunita poco dopo. In un Paese dove una persona su cinque ha dovuto fuggire dalla propria casa, non abbiamo potuto fare a meno di pensare a quante altre famiglie stanno ancora cercando di ritrovarsi. - Ombretta, coordinatrice delle attività di Emergency in Repubblica Centrafricana | |||
| |||
sabato 25 gennaio 2014
EMERGENCY :UNA DELLE TANTE ,DRAMMATICHE VICENDE DEI BAMBINI DI BANGUI
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
LASCIA UN TUO COMMENTO