venerdì 9 agosto 2013

GOVERNO :ULTIMA BARZELLETTA

«Sulla riforma del finanziamento ai partiti non faremo passi indietro!». Non si può dire che Enrico Letta non sia stato di parola, circa un mese fa. Non aveva promesso passi avanti.

La bella promessa delle "larghe intese" agli italiani è semplicemente rimasta dov’era, ferma al punto di partenza.
Il 24 maggio, forse non a caso il giorno del Piave, pareva cosa fatta: lo stesso Letta annunciò l’accordo nella maggioranza e uno degli storici fossati tra partiti e cittadini sembrava proprio sul punto di venire scavalcato.
Quel giorno ci mise la faccia anche Matteo Renzi: «Ho parlato con Letta, si parte». Ammettiamolo: ci abbiamo creduto anche noi.
E’ del resto dall’aprile 1993 che gli italiani aspettano - nella proporzione del sì votato allora al referendum per l’abrogazione: il 90,3% - questo gesto di rispetto dei partiti nei loro confronti. Di rispetto e di giustizia.
Sono passati vent’anni, Tangentopoli, Prima e Seconda Repubblica, e poi mercoledì 7 agosto l’annuncio ufficiale: i partiti devono andare in vacanza, il Parlamento chiude bottega. Arrivederci.
Dopo avere incassato l’ultima tranche di luglio (ma c’era già stata l’ultima, della legislatura precedente, nel luglio 2012, dopo il primo varo del testo di legge in commissione), quei 91 milioni di euro da cui si sono astenuti soltanto i parlamentari del Movimento 5 Stelle, il Piave ha continuato calmo e placido a mormorare la solita canzone "qui non passa nessuno".



Le acque si sono smosse soltanto per la bomba-spugna lanciata dai pidiellini Maurizio Bianconi, Francesco Crimi, Laura Ravetto, Anna Grazia Calabria, Elena Centemero e Francesco Saverio Romano con un emendamento alla legge svuotacarceri: derubricare il finanziamento illecito ai partiti da reato passibile di galera a infrazione da codice stradale o poco più, sanabile con una multa. PD concorde
Alla prossima bustarella colta sul fatto, basterà un ausiliare del traffico: che fa, onorevole Mani Sporche, concilia? Vabbè. La prossima volta, stia più accorto... 
Non ci stupiremmo affatto se all’arrivo dell’autunno ci dicessero che l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti sarà il gradito regalo di Natale di Letta e Alfano agli italiani, ma, in ogni caso, la troveremmo certamente nell’uovo di Pasqua. Insieme alla ripresa, s’intende.
Che poi a quel punto la crisi sarà finita, saremo tutti felici, torneremo a pagarci i mutui e fare le crociere... e allora magari ci metteremo l’animo in pace e la smetteremo di fare le pulci in tasca ai rappresentanti del popolo. Che finalmente potranno ridere senza rimorsi raccontandosi la vecchia barzelletta: la sai quella dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti?

( da La Prealpina )

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